Lega e FdI, a Treviso la guerra interna. Mai così divisi

Sgarbi, sgambetti, polemiche, battaglie di retroguardia. La mozione su Gaza spacca (ancora) la maggioranza

Federico De Wolanski
I banchi della maggioranza nel consiglio comunale di Treviso
I banchi della maggioranza nel consiglio comunale di Treviso

Fratelli coltelli. Altro che coalizione. Le divergenze e gli scontri tra colleghi di maggioranza a Treviso sono ormai un fatto assodato mettendo in evidenza – per chi non lo avesse ancora capito – che  Lega e Fratelli d’Italia al di là dei sorrisi e dei pollici alzati sono si “prendono”, e che la Lega non intende lasciare il passo ai meloniani in assoluto arrembaggio in vista di regionali e amministrative.

L’ultimo strappo

A Treviso l’ultimo solco segnato tra le due componenti è stato il voto della mozione presentata dal centrosinistra su Gaza. La mozione impegnava il Comune a lanciare un appello per il cessate il fuoco immediato, per la liberazione degli ostaggi, il rispetto dei diritti umani e l’apertura dei corridoi umanitari nella Striscia di Gaza. 

La Lega lo ha appoggiato, Fratelli d’Italia al momento del voto è sparita dai radar, un comportamento che oltre a dirla lunga sul posizionamento dei meloniani sulla drammatica situazione che si vive nella Striscia, politicamente è stato l’ennesimo strappo tra le due parti.

La zona rossa e la stroncatura

Quello di ieri è stato il primo scostamento tangibile a Palazzo dei Trecento dove la compagine di Fratelli d’Italia non ha mai dato filo da torcere al sindaco e ai suoi (anzi, frequentissimi attestati di stima, selfie, pollici alzati). Fino a oggi l’attacco alla Lega è arrivato però dalle retrovie, prima in tema di negozi etnici, poi in tema di sicurezza.

Dal tavolo della prefettura pochi giorni fa in tema di zona rossa le nettissima stroncatura del sindaco Conte alle ultime istanze lanciate proprio da Fratelli d’Italia. I meloniani avevano pressato sindaco e prefettura prima con il consigliere Alberto Ciamini e con l’avvocato Fabio Crea, chiedendo di valutare l’estensione della zona rossa a via Collalto, teatro di diversi problemi con giovani e giovanissimi, poi (due giorni fa) con Marina Bonotto, coordinatore del Circolo locale di FdI e vicepresidente Ater che l’aveva alzata altissima: «È fondamentale che lo stesso approccio della zona rossa venga ora esteso anche a zone come via Collalto, Santa Bona e quartieri limitrofi». 

Conte le ha risposto senza troppi convenevoli. «Le zone rosse non sono provvedimenti geografici», ha sottolineato il sindaco, «in questi giorni ho visto che si è aperto il dibattito ma non funziona così, tutti coloro che pensano di poter presentare richieste di istituzioni della “zona rossa” stanno di fatto perdendo un po’ tempo» ha liquidato. Bella botta.

Il kebab indigesto

Nel giro di un paio di settimane è stata la seconda bocciatura all’indirizzo dei Fratelli, la cui proposta di un regolamento per limitare le attività etniche in una determinata area era stata fatta bocciare dallo stesso assessore al commercio meloniano Rosanna Vettoretti («non è possibile per legge»), innescando un cortocircuito interno al partito di Giorgia Meloni e la richiesta di “integrazioni” da parte dell’assessore per placare la furia dei colleghi appena cassati.

Gli attacchi dal quartiere

FdI non è stata a guardare ed ha mosso le fanterie partendo dai quartieri, anzi da quale quartiere da sempre terreno fertile della Lega: S.Antonino. E’ da lì nei giorni scorsi che è partito un duro attacco all’amministrazione nientepopodimeno che dal Controllo di vicinato il cui coordinatore ha puntato il dito contro la giunta senza timore di alzare il tiro: «Tante promesse ma niente fatti da un anno ad oggi». E giù di critiche. Spinto dall’opposizione? Si, ma quella meloniana visto che a guidare il controllo di vicinato è Claudio Balsimelli, ex ultras del calcio e vicinissimo agli ambienti della destra di Prima ai trevigiani.

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