Treviso, la sentenza: genitori separati, la casa va ai figli minori

Innovativa decisione del Tribunale di Treviso: padre e madre si alterneranno dividendo a metà spese, obblighi e diritti

TREVISO. Non due figli sballottati come un pacco postale una settimana da un genitore e una settimana dall’altro. Ma la casa coniugale a disposizione dei minori, con i genitori che si trasferiscono là a turno. Spese, costi, obblighi e diritti divisi perfettamente a metà, senza discussioni, né liti.

Con un innovativo provvedimento, il primo in Veneto in questo senso, il Tribunale di Treviso ha omologato la decisione di una coppia di genitori perché le condizioni della separazione, concordate tra loro, sono state ritenute idonee a garantire l’interesse dei figli minorenni.

La separazione

Protagonista di questa vicenda è una coppia sposata da quasi dieci anni con due figli, uno di 8 e uno di 4 anni. Il padre, trentacinquenne, lavora all’aeroporto di Treviso mentre la madre, ventinovenne, sta studiando in vista della laurea.

Anni fa acquistarono casa a Treviso accendendo un mutuo trentennale. Ben presto però le cose tra i due iniziarono a non andare più bene fino ad arrivare, un paio d’anni fa, alla decisione di separarsi.

Sono stati gli stessi genitori, nel loro ricorso congiunto, a chiedere che fossero omologate le loro condizioni, ossia che in relazione al diritto di visita dei figli minori, i coniugi proponevano che quest’ultimi avrebbero vissuto presso la casa acquistata dalla coppia e i genitori si sarebbero alternati a vivere in quella casa.

La fortuna ha voluto che la coppia aveva genitori disposti a riaccogliere in casa i figli poiché non vi era la disponibilità economica di reperire una nuova soluzione abitativa per uno dei genitori (che normalmente è il padre). Per questo in tribunale a Treviso si è deciso di discostarsi dalle solite condizioni proprio per privilegiare la posizione degli incolpevoli figli che, quindi, rimarranno costantemente nella casa coniugale - di comune proprietà - mentre saranno i genitori a rimanere in casa con i figli a settimane alterne (la settimana che non rimarranno con i figli torneranno con i propri genitori).

La novità

«Dopo la separazione», ha spiegato l’avvocato Marco Vocaturo che ha proposto l’innovativa formula per conto dei due genitori, «il minore rimane a vivere prevalentemente presso uno dei genitori mentre all’altro viene riconosciuto un calendario di frequentazione. Il genitore collocatario ha in genere il diritto di rimanere a vivere presso la casa coniugale, indipendentemente dal titolo di proprietà. Nel caso portato all’attenzione del Tribunale di Treviso la casa non è stata assegnata ai genitori. Si è previsto, infatti, che nell’immobile rimangano stabilmente i minori e che, di settimana in settimana, vi si alterneranno i genitori. Inoltre, nella specie, sempre per garantire la bigenitorialità dei minori, si è stabilito che lo stesso trascorra con i figli tempi perfettamente paritetici. Pertanto, non vi sarà un genitore prevalente rispetto all’altro».

I numeri

Un caso destinato a fare scuola dato che in Italia i divorzi sono passati da 52.355 nel 1995 a 82.469 nel 2015 e stanno quasi per raggiungere il numero delle separazioni (91.706), raddoppiate in circa 20 anni (erano 52.323 nel 1995). E questo a fronte di 194.377 matrimoni nel 2015, calati di quasi centomila in vent'anni (erano 290.009 nel 2015).

Si può dire dunque che ogni due coppie che si sposano, ce n’è una che si separa. Le separazioni consensuali (costo medio unitario di 1.500 euro per coniuge, quindi 3 mila per separazione) provocano un fatturato di quasi 140 milioni, quelle giudiziali (costo medio unitario 7 mila euro per coniuge, 14 mila per separazione) un fatturato di 630 milioni. In totale quasi 800 milioni di euro. Se si stima un volume d’affari analogo per i divorzi sia a doppia firma che giudiziali, si sfiorano i due miliardi.
 

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