Treviso. Israa e Iuav insieme per realizzare la casa di riposo 2.0

TREVISO, L’esperienza che insegna, ha portato a capire che per il futuro possano servire strutture per anziani moderne, potenzialmente “flessibili” e capaci di confrontarsi anche con una epidemia avendo disponibilità all’occorrenza di appositi spazi di isolamento in sicurezza.
Questo il ragionamento che ha condotto l’Israa di Treviso e lo Iuav di Venezia ha stringere un accordo per la progettazione (e potenziale realizzazione) di una casa di riposo “2.0”. Dove? A Santa Bona, in un terreno edificabile davanti all’attuale Ract (la Residenza per anziani città di Treviso), un’area edificabile di proprietà dell’istituto trevigiano.
È maturato proprio sulla scorta delle necessità operative ed organizzative evidenziate durante l’emergenza Covid, ma si basa anche sul fatto che un domani (in prospettiva di un cinquantennio), anche il numero di anziani potrebbe ridursi e che comunque potrebbe avere bisogno di strutture diverse da quelle attuali, pur moderne, ma calibrate su altri standard. Di qui l’accordo tra l’università Veneziana e l’Istituto, suggellato da una recente delibera del consiglio di Borgo Mazzini che ha dato il via alla pianificazione progettuale gestita in tandem tra Israa (per necessità tecniche) e Iuav (per soluzioni architettoniche e strutturali).
Modularità, realizzabile in sei mesi
L’elemento chiave della Rsa 2.0 sarà la modularità. Iuav e Israa si sono concentrati infatti su un piano edilizio organizzabile «all’occorrenza», costituito cioè da moduli indipendenti che possano essere aggiunti (o tolti) a necessità, creando così una struttura in grado di rispondere a diverse necessità, essere ecocompatibile, ma soprattutto realizzabile nell’arco di sei mesi.
Si ragiona quindi sia nell’ottica di uno sviluppo delle strutture dell’istituto, sia anche in vista (con tanto di scongiuri) di nuove emergenze simili all’epidemia appena affrontata. Identificare quali siano le strutture modulari adatte alla necessità di Israa sarà compito dello Iuav, che su questo ha già fatto specifiche ricerche arrivando alla stesura di un progetto (“Studio di unità abitative provvisorie in legno per il ricovero di anziani”) vincendo il premio come miglior progetto di ricerca finanziato Fse. A Israa, una volta definito il possibile progetto in accordo con lo Iuav, resterà il compito di mettere insieme la cifra necessaria a realizzarlo e le autorizzazioni istituzionali. Nel pool di studio rientrano già il professor Massimo Rossetti e l’architetto Francesca Camerin per Iuav, e il geometra Silvano Pangerc per Israa.
«Guardiamo la futuro»
«Ad oggi sono stati posti i primi passi di un progetto importante ed ambizioso» dice il presidente Mauro Michielon, «nato sulla scorta dell’esperienza appena affrontata ma anche di quelle che potrebbero essere le necessità del futuro, con l’attenzione rivolta anche al consumo di suolo: serve avere una struttura perenne, o invece averne a disposizione una che si tiene per quando serve e nei modi in cui è conveniente, e magari poi può essere smantellata o riorganizzata per altri fini».
Se ad oggi il progetto può apparire come un “esercizio di stile”, o uno studio universitario, «viene fatto con tutte le caratteristiche per potere essere poi attuato» spiega Michielon sottolineando come «la partnership con lo Iuav sia un importante accreditamento per la stessa Israa». —
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