Treviso, Il Comune fa la mappa delle aree da riqualificare

Sono trentotto, tutte fuori mura, in gran parte costituiti da immobili dismessi. Nel piano anche l'area dello stabilimento De'Longhi bruciato nel 2007
L'area De' Longhi con il piazzale dove c'era lo stabilimento incendiato nel 2007
L'area De' Longhi con il piazzale dove c'era lo stabilimento incendiato nel 2007

TREVISO. Ci sono l’area ex De’ Longhi e il complesso dell’ex mulino Mandelli, in riva al Sile. Le due grandi ex caserme alle porte del centro storico, la Piave e la Salsa. E poi l’ex (antico) consorzio agrario sul Put e l’ex (più recente) sulla Castellana. E ancora le ex officine di Fiera all’inizio della Restera e un ex stabilimento dietro il mercato delle Stiore, vicino alla ferrovia Treviso-Vicenza.

E lo stadio Tenni? Sì, c’è anche quello. La lista è lunghissima. Sono le 38 aree degradate che il Comune ha individuato, fuori mura, ai sensi delle legge regionale sul commercio, che potenzialmente potrebbero ospitare in futuro superfici medio grandi di vendita, fino a 2.500 metri quadri, dunque centri commerciali.

Il cemento si mangia Conegliano

Tre i criteri che hanno guidato la giunta. Il degrado urbanistico già riconosciuto progetto di recupero;quello edilizio; e la dimensione strategica delle riqualificazione, come ad esempio, caso chiave, quello della vasta area attorno alla stazione, sia a Nord della ferrovia, dall’ex albergo Cuor fino a viale Orleans, che a Sud, la prima fascia verso San Zeno e San Lazzaro. E restando in ambito ferroviario, c’è anche lo scalo Motta, nevralgico lungo l’asse che va dal quadrante Est fuori mura a Sant’Artemio. L’elenco è stato ufficialmente trasmesso, negli ultimi giorni del 2015, dagli uffici del settore urbanistica, guidati dall’architetto Stefano Barbieri, alla Regione Veneto.

Ora Venezia dovrà vaglia la liste e le relative schede delle 38 aree, ma verosimile che l’elenco diventerà ufficiale, a corredo, per il capoluogo, della legge sul commercio del 2014. Da notare che in 8 casi sono state accolte le segnalazioni dei cittadini (c’era un apposito avviso dell’amministrazione comunale), mentre 3 sono state respinte. La lista vede il suo epicentro numerico sull’asse della strada Ovest, dove sono oltre una decine i contenitori dismessi da recuperare, perlopiù capannoni nel degrado e concessionarie trasferitesi altrove.

l'ex area industriale/artigianale in via Lancenigo
l'ex area industriale/artigianale in via Lancenigo

Poi i grandi complessi industriali. Il più noto è forse la De’ Longhi, dopo il terribile rogo dell 2007. L’altro è l’ex Pagnossin, appena acquistata dalla Zanardo Servizi, azienda leader della logistica guidata da Damaso Zanardo.

Ma spiccano anche aree diverse. Ad uso sportivo e ricreativo: come i laghetti Antille, a Monigo. O lo splendido esempio dell’area circostante uno dei gioiello dell’archeologia industriale trevigiana, le fornaci Scarpa Gregorj a Sant’Antonino. E ancora, lo stabilimento di via Ghirada a poca distanza dall’hotel Maggior Consiglio.

Ora tutto, una volta che la Regione Veneto avrà apposto il suo “sì” all’elenco, avrà il suo sbocco naturale nel piano di interventi, il passaggio chiave del Pat della giunta di centrosinistra.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso