Treviso, gli trapiantano gli alluci al posto dei pollici amputati

L’eccezionale intervento eseguito dal team di Franco Bassetto  ha restituito l’uso delle mani a un giovane di Treviso che era rimasto vittima di un infortunio  

TREVISO. Gli alluci al posto dei pollici. L’eccezionale doppio intervento di microchirurgia plastica ricostruttiva è stato eseguito in Azienda ospedaliera, dal team guidato dal professor Franco Bassetto. Un giovane, che aveva perso entrambe le dita delle mani in seguito ad un infortunio, se le è fatte sostituire con quelle dei piedi. Ora il paziente sta bene e, grazie alla riabilitazione, riesce ad afferrare gli oggetti con facilità e a muovere le dita trapiantate.

sei ore in sala operatoria.  I due interventi, l’amputazione degli alluci e l’impianto nelle mani, sono stati eseguiti ad un mese di distanza l’uno dall’altro e sono rispettivamente durati sei ore. In sala operatoria c’erano quattro chirurghi, sei infermieri e due anestesisti. Grazie a speciali microscopi sono stati riattaccati i nervi, i vasi e i tendini, collegando i muscoli che erano utilizzati per flettere ed estendere il pollice ai corrispondenti dell’alluce. La tecnica, chiamata “Toe transfer”, non è una novità: in Italia e nel resto del mondo è più che affinata, ma per la prima volta in via Giustiniani l’auto-trapianto ha coinvolto due dita nello stesso paziente. L’intervento è riuscito e gli alluci “pollicizzati” del 30enne trevigiano trasmettono sensibilità. Il ragazzo ha perso i pollici prendendo tra le mani un circuito elettrico. A causa dell’intensa folgorazione, le due dita si sono completamente “carbonizzate” rendendo necessaria l’amputazione. «Incidenti di questo tipo possono portare anche ad arresti cardiaci», spiega il dottor Cesare Tiengo, del reparto di Chirurgia Plastica. «I soggetti che si salvano, hanno lesioni e ustioni che si traducono anche in necrosi di alcune parti del corpo. Nel caso specifico, abbiamo scelto questa ricostruzione molto complessa, che prevede due interventi a distanza l’uno dall’altro. L’eccezionalità è data dalla bilateralità del trapianto. Il trasferimento dell’alluce è un intervento particolare, che spesso i pazienti non accettano per motivi psicologici».

Il “toe transfer” Il “toe transfer” è un’operazione microchirurgica rara, l’anno scorso in Azienda ospedaliera ne è stata eseguita solo una. La delicatezza della procedura sta nella necessità di dover ricostruire tutte le connessioni vascolari che nutrono il segmento dopo il suo trasferimento sulla mano. Si tratta di vasi sanguigni molto piccoli, di calibro inferiore ad un millimetro, che richiedono delle suture particolari al microscopio operatorio. «Una protesi artificiale al posto del pollice non sarebbe stata così efficace», aggiunge il dottor Tiengo, «L’assenza degli alluci non pregiudicherà la corsa o la camminata del paziente. È solo un problema dal punto di vista estetico, ma il giovane ha dato priorità a riacquistare completa funzionalità della mano. Possiamo dire che il sacrificio al piede è esiguo ed è accettabile, in relazione al vantaggio che deriva dalla ricostruzione della mano». 
 

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