Treviso, ex Provveditorato occupato: «Riaprite le nostre scuole»

TREVISO. Il Coordinamento Studenti Medi alza l’asticella della protesta contro didattica a distanza e chiusura delle scuole: occupato l’ex Provveditorato a San Pelajo. Una quindicina di studenti, spalleggiati dal centro sociale Django, ha fatto irruzione ieri mattina alle 6.30, utilizzando gli ex uffici di via Sartorio per seguire la didattica on line. Sono intervenuti Polizia, Carabinieri e Digos per verificare la situazione e identificare i ragazzi, che sono stati segnalati alla Procura per occupazione d’immobile. Sono rimasti a presidiare fino a metà pomeriggio, quando la frangia “ribelle” del movimento ha abbandonato pacificamente lo stabile, 2.200 metri quadrati di proprietà della Provincia inutilizzati dal 2011. La giornata non ha registrato tensioni ed è intuibile il messaggio del Coordinamento Studenti Medi: «Abbiamo occupato simbolicamente l’ex Provveditorato per ricordare come Treviso sia piena di buchi neri. Spazi che potrebbero essere riqualificati per garantire un ritorno a scuola in sicurezza».

«tornare in classe subito»
Già nei giorni scorsi avevano tappezzato con striscioni alcuni edifici abbandonati del capoluogo, suggerendo nuovi spazi da riconvertire ad aule. Forte è il desiderio di tornare al più presto a scuola, mettendo alle spalle tre mesi di Dad. Così, come mai s’era visto negli ultimi mesi, hanno deciso di alzare i toni della protesta, prendendo possesso dell’immobile dismesso di San Pelajo. Di primo mattino, gli studenti, fra cui un paio di universitari (a sostegno Gaia Righetto del Django), hanno sollevato la sbarra davanti al piazzale. Hanno alzato le saracinesche dei garage. E aperto l’ingresso principale. La Provincia ha evidenziato un «danneggiamento alla porta», motivo per cui s’è riservata d’intraprendere azioni legali. Il Coordinamento ha srotolato dalle finestre qualche striscione: «La scuola si cura», «Tornare a scuola in sicurezza. Finanziamenti subito», «La didattica on line non è diritto allo studio».

Le motivazioni
Prima di seguire le videolezioni dal computer o smartphone, i ragazzi hanno preso la ramazza e distanziato i banchi. Poi, alle 11, l’appuntamento con i cronisti. Interviene Tommaso, studente universitario in Scienze Politiche, affiancato da Alessia (Accademia delle Belle Arti) e Luna (liceo economico-sociale): «Vorremmo che Provincia o Comune mettessero a disposizione degli studenti spazi come l’ex Provveditorato. A Treviso ce ne sono oltre 100 dismessi che potrebbero diventare aule. L’occupazione? Siamo arrivati alle 6.30-7, non abbiamo dovuto forzare le porte. Abbiamo preso scopa e paletta, sistemato gli uffici per fare didattica on line. Una protesta pacifica e simbolica».
I controlli
Dopo Polizia e Carabinieri, a metà mattina s’è vista la Digos dialogare con i ragazzi. Nel pomeriggio, pure Carlo Rapicavoli, in rappresentanza della Provincia, ha dato un’occhiata. Inevitabile chiedere agli studenti se abbiamo preso ispirazione dai coetanei che a Milano hanno occupato il Parini: «Legittimo occupare le aule scolastiche in questa situazione, noi comunque non lo faremo», conclude Tommaso.—
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