Treviso. "E' ortodosso", funerale bloccato

Treviso. Niente cerimonia all’Immacolata per Paolo Pavan, amici e parenti “deviati” all’ultimo momento. La Curia ha bloccato il funerale cattolico dopo che ha saputo che il defunto si era convertito: "E' ortodosso"

TREVISO. Gli amici che avevano visto le (prime) epigrafi si sono recati sabato alla chiesa dell'Immacolata a Santa Bona. Ma lì non c'era il funerale di Paolo Pavan né di nessun altro. C'erano, in quartiere Santa Bona, le nuove epigrafi stampate dall'Impresa Vanin che spostavano l'appuntamento altrove.

Chi si è curato di chiedere, è stato deviato alla Casa dei Gelsi, da dove sarebbe dovuto partire il corteo funebre e, invece, dove in realtà veniva celebrato l'addio religioso, ma con rito ortodosso, dell'ex bancario. Gli altri ci sono rimasti solamente male e hanno chiamato anche la "tribuna" per segnalare la sgradevole sorpresa. Dalla cancelleria della Curia, a quanto pare, sarebbe partito l'invito a non accettare all'Immacolata il funerale di Pavan «perchè convertitosi ortodosso».

E siccome i riti funebri ortodossi si celebrano alle Stiore e non nelle chiese di rito cattolico, il funerale richiesto dai parenti di Pavan sarebbe stato negato, non senza un po' di dispiacere, da don Mauro, che Paolo lo conosceva da tempo.

L'inghippo sta forse nelle seconde nozze di Pavan, 60 anni, che ha sposato una donna rumena di religione ortodossa e per farlo si è "convertito" al rito scelto dalla signora. Il matrimonio era stato celebrato, a quanto pare, in Romania, dove Pavan, prima di essere richiamato al lavoro per non raggiunti termini di quiescenza, si era illuso di trascorrere da pensionato la sua "seconda vita". Per farlo aveva anche venduto casa, prima di scoprire di essere affetto da una grave malattia e fare ritorno a Treviso.

Gli amici (Paolo era noto in quartiere e aveva anche fatto breccia nella vasta rete relazionale del karate, di cui era praticante e insegnante) gli si erano stretti intorno e, una volta raggiunti dalla notizia della sua scomparsa, sono corsi a dargli l'ultimo saluto. A chi ha chiesto informazioni, il parroco ha risposto, dispiaciuto, di aver ricevuto ordini superiori dalla prefettura della Curia. Di fatto il funerale non si poteva più celebrare all'Immacolata ma soltanto, con un pope fatto venire appositamente, alla Casa dei Gelsi, hospice dell'Advar. E qui, con una logistica più ristretta, gli amici e i parenti (oltre alla moglie anche l'anziana madre, Aurelia, la sorella, i cognati e i nipoti) hanno accompagnato Paolo nel suo ultimo viaggio. Da parte dei congiunti di Pavan nessuna voglia di polemizzare.

Anzi, fanno sapere di «aver capito le ragioni della Curia» e di «accettare quanto è successo». Anche Maria, moglie ortodossa, rinuncia a commentare la giustificabilissima (ma poco comprensibile al cuore) scelta burocratica della Chiesa trevigiana. Paolo Pavan ora riposa, in pace, nel cimitero (cattolico ma non solo) di Santa Bona.

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