Treviso, dottoressa di base positiva, “Zalivani” in allarme

Due infermieri in quarantena, familiari degli ospiti avvisati. Ha visitato due giorni, con la mascherina. I piani di emergenza

TREVISO. Nel giorno in cui l’Usl 2 rafforza il suo impegno sulle case di riposo, annunciando 162 tamponi al personale di ben 4 strutture della Marca, ecco che il virus colpisce l’Israa del capoluogo, la prima Ipab del Veneto.

E lo fa “indirettamente”: una delle dottoresse di base colpita dal coronavirus, caso emerso nei giorni scorsi e di cui avevamo dato notizia ieri, segue un piano della casa di riposo “Zalivani” di viale IV Novembre a Fiera, una delle 4 strutture residenziali (cohousing escluso) del colosso cittadino dell’assistenza agli anziani.

Le ultime sue visite, tutte su un solo piano che coincide con il nucleo, si sono registrate martedì e mercoledì scorsi. Tra gli ospiti del nucleo, oltre una trentina, va detto subito che non si è registrato alcun sintomo, e questo dopo i reiterati e intensificati controlli disposti dalla direzione dopo aver avuto notizia dall’Usl 2 della positività della dottoressa, che nelle sue visite era dotata di mascherina protettiva.

«Un medico operante nella nostra struttura risulta in quarantena obbligatoria a seguito di esito positivo al tampone Covid- 19», dice la nota dall’Israa, che da poco ha visto insediarsi il nuovo cda e il nuovo presidente Mauro Michielon, «I due infermieri che hanno collaborato con il medico sono stati posti in quarantena preventiva volontaria, attivando il loro medico curante e i numeri ad hoc per il virus». Ma Michielon sottolinea come «prima preoccupazione dell’istituto» sia stata quella di «avvertire i familiari dei residenti nel piano», assistiti della dottoressa, molto nota in città.

E nella struttura di Fiera, da ieri, è costante il monitoraggio degli anziani. Dal quale, ad oggi, non emergerebbero segnali preoccupanti. E che si sottolinea come sia stata sin qui producente la scelta di blindare le case di riposo ai familiari, con notevole sacrificio per i parenti. «Abbiamo cercato di dare corretta risposta alle preoccupazioni dei collaboratori e dei familiari», continua la nota dell’Ipab, «Ribadiamo che allo stato attuale non sono state registrate sintomatologie a carico dei residenti riferibili al coronavirus».

L’Israa ha comunque predisposto, qualora dovesse accadere una positività interna, un piano di emergenza per ognuna delle quattro residenze: ed è stata individuata un’area chiusa «dove “colonizzare” eventuali casi positivi al test tampone».

Ancora, tutti i dipendenti (sono 650, quelli diretti) sono stati invitati ad «assentarsi con effetto immediato dal lavoro, in quarantena volontaria preventiva, a fronte della presenza di sintomi influenzali», obbligandoli a segnalare al medico curante la situazione, o ancora di chiamare i numeri ad hoc per l’emergenza Covid-19 affinché chi di competenza metta in atto le procedure previste dai protocolli medici.

Nel frattempo l’Usl 2 affronta con maggior forza l’intero settore dell’assistenza agli anziani. Sin qui 6 gli ospiti colpiti dal virus – tra Casale e Zero Branco– e quasi 20 operatori contagiati (tra Zero, Casale e Vittorio Veneto). Se da giorni una task force diretta da Franco Moretto, con la regia del direttore dei servici sociali George Louis Del Re, è in costante contatto con tutte le strutture della provincia, da ieri Moretto guida anche il team che eseguirà i tamponi al personale della casa Belvedere di Crocetta, al Cesana Malanotti di Vittorio Veneto, al Gris di Mogliano (nucleo disabili) e al S. Gregorio a Valdobbiadene. —

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