Nel momento più difficile dona gli organi del marito, la scelta di Marika: «Ora lui vive in sette persone»

Giovanni aveva 57 anni quando è stato colpito da un aneurisma.  La donna, sposata da un anno,  si trovò sull’orlo del baratro, i familiari accanto. Fu in quel tragico istante che, facendosi forza a vicenda, acconsentirono all’espianto

Margherita Bertolo
La storia di Marika, che ha donato gli organi del marito, colpito da aneurisma a 57 anni
La storia di Marika, che ha donato gli organi del marito, colpito da aneurisma a 57 anni

Il dono nella perdita, la speranza nel dolore. Ruota intorno a queste emozioni, forti e contrastanti, l’esperienza di chi sceglie di offrire i propri organi (o quelli di un familiare mancato), e di chi li riceve, per prolungare una vita diversamente compromessa.

Lo sa bene Marika Bellunato, 47enne di Mignagola, frazione di Carbonera.

Il marito Giovanni fu colpito da aneurisma cerebrale il 30 gennaio del 2023. «Ci eravamo sposati da un anno – racconta la donna – lui faceva il camionista. Quella sera di gennaio è rientrato a casa dal lavoro, un po’ più stanco del solito.

Aveva la passione della cucina e si era messo ai fornelli per preparare la sua specialità: pasta con tonno e panna. Come sempre siamo poi andati a dormire, il tempo di dirci che il fratello gli aveva mandato una e-mail, e poi ha avuto il malore. Non mi ha più risposto».

La situazione precipitò in pochi istanti. Una corsa disperata al Ca’ Foncello, la diagnosi non lasciava speranze e la morte avvenne dopo una settimana appena. Giovanni aveva 57 anni. Marika si trovò sull’orlo del baratro, i familiari accanto. Fu in quel tragico istante che, facendosi forza a vicenda, acconsentirono all’espianto.

«Giovanni ha donato molto di sé. Il cuore, il fegato, le cornee, i reni e il pancreas» racconta la donna, ricordando quegli attimi terribili. «Inizialmente ero contraria al dono – spiega – terrorizzata dall’idea che fosse ancora vivo, non volevo che lo toccassero, speravo che potesse tornare a casa con me. Ma poi, mi sono lasciata accompagnare, dalla famiglia e con il supporto dei medici, ho accolto il gesto del dono perché, attraverso di esso, Giovanni è ancora vivo attraverso le sette persone che hanno ricevuto il trapianto per continuare a vivere».

Un atto anonimo e gratuito. «Non le conosco non so chi siano queste sette persone – precisa Marika – vorrei tanto poterle incontrare. Talvolta mi sembra di trovarle nello sguardo felice di una moglie, di una mamma, di una sorella».

Quella di Giovanni e Marika è una storia di generosità nel momento estremo. Lo confermano i dati presentati ieri a Zelarino, in occasione della Giornata del dono e del ringraziamento ai familiari dei donatori, il tradizionale appuntamento promosso dalle Aido provinciali di Venezia e Treviso, in collaborazione con Fondazione Banca dei tessuti e Fondazione Banca degli occhi del Veneto. Nel 2024, la regione ha registrato un aumento nelle attività di trapianto e donazione, con 710 trapianti eseguiti tra rene, fegato, cuore e polmone.

Sempre nel 2024, la Fondazione Banca degli occhi ha accolto 3.703 sì alla donazione e distribuito 6.830 tessuti per trapianto. Mentre Fondazione banca dei tessuti del Veneto, che ha sede a Treviso, ha registrato 180 donatori multitessuto e 1.285 donatori viventi, per un totale di 5 702 tessuti donati che hanno permesso di soddisfare 7.741 richieste per trapianto da parte dei chirurghi. ​​​​​

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