Addio sede di via Montello, il consultorio di Treviso trasloca all’ospedale

Il direttore dell’Ulss, Benazzi: «Rapido intervento se necessario». L’ex ginecologa Fede: «Così si perde la neutralità della struttura»

Valentina Calzavara
Il consultorio di via Montello a Treviso
Il consultorio di via Montello a Treviso

Ha aperto al pubblico il nuovo consultorio di Treviso. Il trasloco, dalla storica sede di via Montello all’ospedale Ca’ Foncello (nel padiglione 11B), è ora realtà. «Abbiamo fatto la scelta migliore a garanzia e a beneficio di tutta la cittadinanza.

La nuova sede è bellissima, dotata di ogni comfort e in più, essendo accanto all’ospedale, garantisce la neutralità dei servizi consultoriali, ma allo stesso tempo dà la possibilità di un rapido intervento clinico, se una mamma dovesse averne bisogno».

Il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi annuncia così il cambio di collocazione, smorzando qualche malumore sorto rispetto all’addio degli ambulatori di via Montello per spostarsi in ospedale.

Tra coloro che hanno accolto con rammarico la decisione di dire addio alla vecchia sede c’è la ginecologa Aura Fede, professionista di lungo corso che nel 1979 vide nascere la struttura nel capoluogo, su impulso della legge del 1976 che assegnò ai servizi consultoriali del territorio il compito «dell’assistenza psicologica e sociale, la preparazione alla maternità e paternità responsabile e la contraccezione».

Un «ruolo che aveva come elemento caratterizzante proprio la netta distinzione tra il consultorio e l’ospedale, essendo il primo uno spazio per i servizi psicosociali e il secondo un punto di riferimento clinico», rileva la dottoressa Fede.

Il cambio di sede stabilito dall’Ulss 2 d’intesa con il Comune, a suo avviso mette in discussione questo assetto.

Tuttavia, le posizioni divergono. Per il dg Benazzi «la neutralità del nuovo consultorio viene garantita da una portineria laterale che non crea commistione con gli spazi ospedalieri, oltre al vantaggio che il servizio si sviluppa su un unico piano e all’interno di stanze nuove».

Cosa ben diversa rispetto agli ambienti di via Montello, di proprietà del Comune, bisognosi di una ristrutturazione di fondo e rovinati da un incendio lo scorso aprile: le fiamme avevano reso inagibili alcuni locali e costretto l’azienda sanitaria a spalmare le attività in altre sedi.

Conclude Fede: «Purtroppo, già in passato si era cercato di portare il consultorio tra le mura ospedaliere, qualche anno fa era balenata l’idea di Borgo Cavalli, ora l’ipotesi del Ca’ Foncello è andata in porto.

Personalmente credo venga un po’ svilito e delegittimato il consultorio come luogo distinto per prendersi carico del benessere psicosociale della collettività».

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