Treviso: case ai giovani, non si presenta nessuno

Deserto il bando del comune di Treviso che offriva alcuni appartamenti a coppie under 35 con affitti a meno di 360 euro

TREVISO. L’idea doveva segnare il cambio di rotta. Il risultato dovrebbe indurre l’amministrazione o a cambiare strada, o a cambiare metodo per seguirla.

Nel luglio scorso infatti Ca’Sugana aveva lanciato il primo bando per l’assegnazione di tre case a giovani coppie sotto i 35 anni. Tre appartamenti di medio-ampia metratura a prezzi più che concorrenziali. Allo scadere della gara non si è fatto avanti nessuno.

Gli appartamenti sul piatto erano tutti in via Solferino e San Martino, una laterale di viale Montegrappa, a due passi da Porta Santi Quaranta, vicinissimi a quel centro storico dove i prezzi degli affitti lievitano sensibilmente rispetto alla prima periferia (comunque ambitissima). L’offerta alla base della gara per il primo dei tre alloggi (78 metri quadri, quattro camere, posto auto e giardino di 44 metri quadrati) era un canone da 4.308 euro all’anno, ovvero 358 euro al mese. Per il secondo appartamento (71 metri quadri, con tre camere e posto auto e giardino) l’affitto mensile base era di 272 euro; così per il terzo.

Case popolari, nuovo bando Alloggi alle coppie di fatto

Chi poteva partecipare? Coppie under 35 (lo devono essere entrambi i partner), residenti nel Comune da almeno due anni e conviventi da almeno 12 mesi, se “di fatto” con certificato anagrafico unico, o iscritte nel registro delle unioni civili. Coppie il cui reddito cumulativo fosse compreso tra i 16 mila e i 40 mila euro.

Si voleva accendere la miccia di un cambiamento, di un percorso virtuoso mirato a riportare in città i giovani e dimostrando che ripopolare Treviso si può, basta volerlo e abbassare l’asticella delle pretese economiche in virtù di un vantaggio collettivo che poi si sarebbe tradotto in un rilancio economico per tutti. Allo scadere dei termini per le offerte però a Ca’ Sugana c ’è stato un silenzio glaciale: cassetta delle lettere vuota.

Le ragioni? C’è chi chiama in causa le restrizioni sulla residenza («Si potrebbe popolare la città senza escludere chi oggi non ci vive»), ma la maggior parte dei critici punta il dito sulla mancanza di una comunicazione vera del bando, annunciato lo scorso luglio e poi lasciato a se stesso, salvo qualche comunicazione ufficiale in carta intestata.

Che sia questa la ragione del fallimento di altri bandi emessi dal Comune come l’affitto e la gestione della Farmacia a Santi Quaranta (4 volte deserto), o l’affitto del negozio in via Carlo Alberto (tre volte a vuoto)?

Di certo, oggi, un risultato simile costituirà un precedente imprescindibile nella pianificazione delle strategie di sviluppo demografico del centro storico, e in quelle per la periferia visto che si parla di riqualificare – onerosamente – interi immobili per destinarli a giovani coppie.

Federico de Wolanski

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