Treviso, addio a costicine e polenta: ecco la nuova Festa dell’Unità

TREVISO. Una Festa di settembre, come effettivamente si chiama, o una festa dell’Unità rivista in chiave moderna. Il Partito Democratico cittadino riparte da qui. Dopo, sette anni di assenza - l’ultima festa di sezione è datata 2011 – torna ad organizzare la Festa Democratica, con un nome leggermente diverso. Una settimana di appuntamenti per parlare della città, della Regione e del nuovo governo, «per mettere sul tavolo contenuti, ascoltare tutti quelli che vorranno portarli, e confrontarsi con esperti», ha detto Giovanni Tonella, coordinatore dei circoli trevigiani.
Luogo simbolo
E anche il luogo è simbolico: si farà, dal 9 al 15 settembre, in Prato della Fiera, quartiere storicamente caro alla sinistra, e esemplificativo delle diversità di vedute per la città, «dovrebbe essere un luogo per le persone non per le auto», ha chiosato il capogruppo del Partito Democratico Stefano Pelloni. Non ci saranno costicine e polenta, come il copione della Festa dell’Unità vorrebbe, con decine di volontari impegnati nello stand gastronomico; l’unica superstite in provincia di Treviso resta Cappella Maggiore, dopo la chiusura tre anni fa anche di quella di Casale. Non ci saranno nemmeno – o quanto meno saranno ben pochi - vecchi comunisti che hanno vissuto le stagioni d’oro del Pci, come vorrebbe ogni Festa dell’Unità che si rispetti.
Festa 2.0
Ma più o meno da questo il PD vuole ripartire, una sorta di Festa dell’Unità 2.0, con qualche costicina in meno e qualche bordata alla giunta e alla Regione in più. «Se la politica è un’arte, ogni tanto fa bene anche rivolgersi a chi ha un lessico diverso da un politico, che parla con la pancia e con il cuore», sono le parole che ha utilizzato Silvia Bertoncini, segretaria di uno dei tre circoli cittadini, per descrivere il senso della festa. Un Pd che vuole dunque riavvicinarsi a militanti e cittadini, e perché no “anche prendersi qualche schiaffo”. Basteranno i militanti per affrontare temi spinosi, in primis quello del governo rosso-giallo. Un paio di mesi fa quando le segreterie dei circoli lavoravano all’organizzazione della festa, stavano pensando ad un evento da partito di opposizione, e oggi si ritrovano invece a fare una festa da partito di governo. La politica è uscita stravolta dal mese di agosto, ma poco cambia nell’obbiettivo del partito: riannodare il legame con il territorio, i cittadini e “le forze con cui sei anni fa abbiamo vinto le elezioni”, aggiunge Bertonicini. «In questo anno di opposizione abbiamo avuto una forte richiesta di organizzare qualcosa di simile da parte dei cittadini e da parte dei militanti. Chiediamo che vengano tutti colore che hanno qualcosa da dire o da chiedere», aggiunge Tonella.
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