Travolta in bici durante l'allenamento, Silvia muore a 17 anni

Silvia Piccini, 17enne friulana, correva per l’Unione ciclisti Conscio. Martedì l’incidente. È morta lo stesso giorno di Michele Scarponi, anche lui ucciso da un’auto

CASALE SUL SILE. Per una triste coincidenza temporale, la vita di Silvia Piccini si è spezzata lo stesso giorno – il 22 aprile – in cui morì il professionista Michele Scarponi, travolto da un furgoncino mentre si allenava sulle strade marchigiane della “sua” Filottrano. Era il 2017. Da quel maledetto giorno, si è cercato di portare al centro del dibattito la sicurezza sulle strade.

Ora la morte di Silvia, che come Scarponi si stava allenando, è un’altra botta tremenda con cui il mondo del ciclismo deve fare i conti.

Martedì era uscita in bici per allenarsi a Rodeano di rive D’Arcano, in provincia di Udine. Sognava di vincere una corsa, magari proprio il Giro d’Italia. Un sogno che non potrà mai esaudire. Silvia Piccini è deceduta ieri sera, poco dopo le 20, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.

La famiglia ha dato il via libera alla donazione degli organi. Il tragico incidente si era verificato, attorno alle 17, all’altezza di un incrocio. La giovane atleta, in sella alla sua bicicletta, per cause ancora da accertare, si era scontrata con una vettura Audi A1, condotta da una donna di 34 anni residente a Rivignano Teor. La prassi, in questi casi, prevede l’apertura d’ufficio di un’indagine per omicidio stradale.

La giovane era nata in Spagna e abitava a Gradisca di Sedegliano, assieme alla mamma Deyanira, originaria di Santo Domingo, al papà Riccardo Piccini, al fratello, anche lui appassionato di ciclismo, e alla sorellina. Frequentava con profitto la quarta del liceo di scienze applicate dell’istituto Arturo Malignani di Udine. Negli ultimi tempi aveva stretto un legame importante anche con le sue compagne di squadra nel Trevigiano. Correva infatti da un paio di stagioni con le Juniores dell’Uc Conscio Pedale del Sile, società della piccola frazione di Casale sul Sile.

Affranti il presidente Renato Vanzo e il direttore sportivo Cristian Vettorello, che mercoledì aveva raggiunto la famiglia in Friuli: «Per noi era come una figlia». La squadra era stata presentata sabato scorso, l’ultima corsa un paio di domeniche fa a Civitanova Marche. La giovane ciclista era cresciuta nel vivaio del Valvasone e del Pedale Flaibanese. Un post su Facebook («Oggi pedalo anche per te») l’aveva scritto mercoledì il professionista friulano Alessandro De Marchi, che quel giorno era andato in fuga al Tour of the Alps.

Sconvolto Giorgio Dal Bò, presidente di Federciclo trevigiana: «Sono notizie che non vorresti mai sentire, tragedie non dovrebbero mai succedere. Parlo anche da genitore, posso solo immaginare l’enorme dolore della famiglia. L’ennesimo segno che quello stiamo facendo per la sicurezza non basta. Dobbiamo fare tutti di più, compreso il nostro mondo. La mia vicinanza alla società, ai suoi dirigenti e tecnici, alle sue amiche». La squadra, rispettando il volere dei genitori della ragazza, gareggerà regolarmente domenica nella gara in programma a Corridonia. Nelle Marche dell’ultima corsa di Silvia e del compianto Michele Scarponi. —
 

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