TRAGEDIA A NERVESA / Precipita aereo ultraleggero: due morti

NERVESA. Un sibilo, un boato e poi una colonna di fumo nero e denso. Il piccolo velivolo, un motoaliante con due persone a bordo, si è impennato dopo aver toccato un cavo della linea ad alta tensione che attraversa il Piave in località Campagnole, è caduto al suolo ed ha preso subito fuoco. Nessuno scampo per i due a bordo, un 51enne e un 56enne residenti a Castelcucco: sono morti carbonizzati e i loro corpi sono stati ritrovati distesi a pancia in giù tra i resti inceneriti del piccolo velivolo. Il piccolo ultraleggero, che era decollato da Caorle e si stava dirigendo verso i colli era seguito da un secondo velivolo dello stesso tipo con insegna svizzera: a bordo un amico e il figlio 15enne del pilota del velivolo precipitato. È atterrato nell’aviosuperficie di Giancarlo Zangrando a poche centinaia di metri dal luogo dell’impatto e il pilota ha subito dato l’allarme. I deceduti sono Simon Marsh, 51enne residente a Castelcucco, e Alex Beringe, 56enne di nazionalità svizzera. Erano partiti nel pomeriggio da Caorle, prima di partire si erano scambiati velivolo il ragazzo 15enne e il passeggero dell’altro velivolo. Una casualità, probabilmente perché volevano effettuare alcune foto aeree. Giunti sopra il Piave, in località Campagnole, tra Nervesa e Colfosco, il velivolo che precedeva si è abbassato troppo, ha toccato i fili dell’alta tensione, ha tranciato un cavo da 180mila volt ed è precipitato al suolo. Probabilmente il pilota ha tentato di lanciarsi, perché un piccolo paracadute è stato trovato a metà strada tra il cavo tranciato e il punto in cui l’aereo è precipitato al suolo, ma è stato tutto inutile, pochi metri dopo il velivolo è precipitato al suolo e si è incendiato, sotto gli occhi inorriditi del pilota dell’altro aereo e del ragazzo 15enne. Dato l’allarme, sul posto, nelle grave del Piave, si sono precipitati i carabinieri della compagnia di Conegliano, i vigili del fuoco di Conegliano, il Suem, l’elicottero del nucleo di Venezia dei vigili del fuoco. Tragica la scena che si sono trovati davanti agli occhi: tra i sassi c’era la carcassa incenerita del piccolo velivolo e tra i rottami fumanti i corpi di due persone; pochi metri più in là penzolava un cavo dell’alta tensione. Purtroppo per pilota e passeggero non c’era più nulla da fare, erano morti carbonizzati tra i rottami inceneriti del piccolo velivolo. «Abbiamo sentito un sibilo, come di un fuoco d'artificio», raccontano alla aviosuperficie Baracca a Nervesa, «poi abbiamo sentito un forte boato e abbiamo visto alzarsi una colonna di fumo». Poco dopo sull’aviosuperficie si è posato un piccolo velivolo, un motoaliante bianco e giallo, stemma elvetico, da cui sono scesi il pilota e il ragazzo di 15 anni: erano i compagni di volo dei due morti sull’altro velivolo. Sul posto poco dopo sono arrivati i carabinieri di Nervesa che hanno portato i due in caserma per raccogliere tutti i dati necessari alle indagine. È stata avvertita anche la moglie del pilota deceduta, che si trovava al mare, e che ha raggiunto il figlio alla caserma dei carabinieri di Nervesa. Intanto sulle grave gli uomini del maggiore Valerio Marra, comandante della compagnia di Conegliano, svolgevano le indagini per ricostruire la dinamica dell’incidente. «Il piccolo velivolo ha toccato il cavo, lo ha spezzato, si è impennato ed è precipitato al suolo», spiega il maggiore Marra, «la dinamica dell’incidente è chiara. Quanto alle cause, stiamo cercando di capire se si è trattato di un malore del pilota, di un guasto meccanico e se c’è stato un errore di manovra. Appena avremo concluso l’indagine trasmetteremo il rapporto anche all’Enav». Sul posto sono intervenuti subito anche i vigili del fuoco di Conegliano, che hanno raggiunto il luogo con due campagnole, e l’elicottero del nucleo di Venezia: 16 uomini in tutto. «Abbiamo provveduto a spegnere immediatamente l’incendio», dice il comandante Massimo Guidotti, «purtroppo per i due a bordo non c’era nulla da fare. Poi abbiamo provveduto a mettere subito in sicurezza la linea ad alta tensione. Fortunatamente il cavo tranciato non ha folgorato nessuno dei gitanti sul greto del Piave». Una volta fatti i rilievi, i due corpi sono stati portati all’obitorio di Conegliano. Dopo i tecnici di Terna hanno cominciato i lavori per ripristinare la linea.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso