Tra lacrime e insonnia Sgarbi perdona a metà «No denuncia ma paghi»

POSSAGNO
Ha preso il telefono nel cuore della notte per scrivere a Vittorio Sgarbi: «Da ore non riesco a prendere sonno». Sono le parole della moglie del turista austriaco che ha danneggiato la statua di Paolina Borghese custodita nella Gypsotheca, sedendovisi sopra per farsi un selfie. La moglie dell’incauto visitatore, che parla italiano, ha aperto un dialogo con il presidente di Fondazione Canova, Vittorio Sgarbi. «La signora ha espresso tutta la sua preoccupazione per le conseguenze, manifestando la volontà di riparare, anche per recuperare la serenità che è stata minata da questa vicenda mediatica», racconta Sgarbi. «Il danno non è ancora stato quantificato con precisione, le ho detto che potremmo chiudere la questione con un versamento che potrebbe oscillare tra i cinquemila e i diecimila euro». Vista la reazione della signora, che durante la telefonata è scoppiata a piangere, Sgarbi sta cercando di chiudere la questione con un accordo sul risarcimento, senza andare davanti al tribunale. «Di fronte all’ammissione di colpa di questo turista, che si è autodenunciato, e di fronte alla volontà di riparare, dimostrando senso civico e responsabilità, io l’ho perdonato».
Il problema che anche Sgarbi si pone è un altro. Dopo la denuncia ai carabinieri, scattata dopo il fatto in quanto il turista si era allontanato dalla Gypsotheca «senza accorgersi del danno causato», nelle parole dello stesso austriaco, ora l’avvio di un procedimento penale dipende dalla magistratura. «La moglie del turista era preoccupata anche delle conseguenze sul piano giudiziario, purtroppo non posso sapere cosa farà il magistrato. Quello che è certo è che questo turista non aveva intenzione di danneggiare la scultura, lo ha fatto involontariamente e ora, a prescindere dal risarcimento che è dovuto, mi auguro che non debba subire altre pene».
Oltre al versamento di una somma di denaro, che sarà quantificata dopo gli accertamenti in corso da parte del restauratore della Gypsotheca, il visitatore sta già in qualche modo pagando un prezzo molto caro. È la moglie a spiegarlo: «Noi chiediamo un favore: il video è già presente sui media internazionali, dopo aver circolato su Facebook, la gente continua ad attaccarci. Potete immaginare e comprendere il nostro stato d’animo». —
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