Tra i turisti in coda al bancomat

La prima immagine che viene alla mente è quella di un ultimo ballo sul Titanic. Sulle isole greche dove l’economia fluisce al ritmo intenso delle orde di turisti, sbarcati dai voli low cost, il rumore del default giunge come una eco. La notizia che le banche chiuderanno per sei giorni arriva nella tarda serata di domenica direttemente dalla televisione greca e, naturalmente, sfugge ai molti turisti italiani e veneti che affollano le spiagge.
Ti accorgi che qualcosa è cambiato, però, dalle code ai bancomat nei villaggi di Santorini, poco prima di mezzanotte. Sono gli americani, per primi, a capire che domani sarà un giorno diverso. E i contanti servono. Non basta la carta di credito: per pagare i piccoli negozi di alimentari, i conti negli alberghi più economici, il taxi e perfino il carburante. Il farmacista di Akrotiri lo aveva annunciato: «Ecco dieci euro di resto», dice al turista italiano, «euro almeno fino a lunedì, poi vediamo».
Il cataclisma qui, terra di vulcani, lo stavano aspettando. «Tsipras è il primo che ha avuto il coraggio di dire no all’Europa, viva Tsipras», dicono Maria e Aristide che da decenni gestiscono un piccolo hotel sull’isola. Loro non hanno dubbi: «Usciamo dall’Europa tre anni poi ci richiamano dentro». Loro come i loro colleghi che cavalcano l’onda del turismo così come accade a Rodi e a Mikonos hanno tenuto in piedi mezza baracca (l’economia greca) in virtù di una tassazione differenziata che ha risparmiato la terraferma.
Si sono preparati probabilmente da tempo e i loro risparmi sono chissá dove. Inevitabile pensarlo per un turista qualunque che, in una mattina di fine giugno, li osserva preparare la colazione con la serafica tranquillità di sempre. Che la Comunità Europea, d’altra parte, sia un concetto astratto e lontano lo si può capire anche facendo quattro chiacchiere in una taverna di paese: «Qui ci sono pomodori, fave e pesce, il turismo continuerà ad arrivare e noi possiamo fare a meno dell’arroganza dell’Fmi», dice Matheos un francese che ha scelto la Grecia per il suo buen retiro.
Gli isolani insomma si preoccupano di più dei disoccupati di Atene che delle difficoltà del noleggio auto dei turisti italiani. Nell’isola delle vacanze la coda agli sportelli bancari la fanno gli imprevidenti stranieri. Gli 800 milioni di euro prelevati nei giorni scorsi dai greci sembrano essere in buone mani.
E fra i turisti, in queste ore, c’è qualche apprensione per i voli aerei: il timore che saltino o slittino, soprattutto per chi ha scelto il fai-da-te, è diffuso.
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