Terraglio strada del sesso: i Casalesi nell'affare della prostituzione a Treviso

TREVISO. Fino ad oggi si è sempre ritenuto che la “tratta delle bianche” che per anni ha popolato di prostitute le notti del Terraglio fosse un affare in mano alla malavita dell’Est, seguita a quella albanese. E invece per lungo tempo non è stato solo così. Perchè sopra i “papponi” e i protettori locali, c’era i Casalesi. Erano loro a tirare le fila del racket delle prostitute fra Treviso e Mestre: tenevano sotto scacco i protettori e gestivano i rapporti con gli altri gruppi di sfruttatori interessati alla zona, ovvero albanesi e rumeni.
L’indagine. È l’ennesimo retroscena svelato dalla fittissima indagine della Procura presso la Direzione investigativa antimafia di Venezia che ha portato ai 50 arresti per collusioni con la camorra scattati due settimane fa tra il litorale veneziano e la Marca. La stessa indagine che ha choccato Treviso, dimostrando come il sodalizio guidato da Luciano Donadio di Eraclea avesse tentato - senza successo - di agganciare il colosso finanziario trevigiano Numeria e fosse riuscito invece a mettere le mani sul Treviso Calcio di Corvezzo (su “la tribuna” di domenica). Da quelle carte e dalle intercettazioni dei tanti membri del sodalizio criminale, si scopre anche il ruolo chiave che aveva il Terraglio per i Casalesi “nostrani”.
Il sistema «Donadio peraltro estorceva il pizzo anche a me per lo sfruttamento della prostituzione. Gli pagavo una commissione di 1000 euro la settimana per le prostitute. Ogni sera facevo pagare a ciascun sfruttatore, per garantire la protezione del posto e della strada, 50 euro per prostituta. Se sorgevano problemi intervenivano gli uomini di Donadio». Sono le parole di uno degli esponenti del clan a spiegare come funzionava il sistema messo in atto dal clan casalese. Era il boss Donadio a incassare il pizzo e a garantire protezione, ma era anche Donadio a gestire i rapporti di pace lungo il Terraglio con gli altri competitor albanesi e rumeni che mettevano al lavoro ogni sera le ragazze in altre zone. È quanto avviene anche a seguito di una violenta sparatoria notturna in zona Mogliano anni or sono, proprio per marcare il territorio e i rapporti di potere sul racket. Donadio interviene per placare gli animi tra uno dei suoi e i rumeni: «Mettetevi d’accordo e un po’ per ciascuno i soldi a tutti quanti e campate tutti quanti». “Campate” come dire guadagnate, ma anche sopravvivete, visto che Donadio stesso, quando si presentò un problema con dei nomadi, non ebbe scrupoli – riportano le carte dell’indagine – a partecipare a una spedizione nell’accampamento con altri 12 uomini.
Le assunzioni. A contribuire alle indagini sono stati anche gli accertamenti fatti dai carabinieri di Treviso nell’atto di vari controlli e identificazioni seguite alle rapine alle prostitute del Terraglio. Gli approfondimenti di indagine dei militari hanno portato ad evidenziare come molte prostitute fossero regolari grazie a contratti di assunzioni per due ditte: La Donadio di Eraclea e la Poulifin di Mogliano, entrambe riconducibili al clan. Assunzioni fittizie, perchè servivano solo a permettere il rilascio dei permessi di soggiorno per le ragazze dell’Est extra Eu, che poi finivano direttamente sulla strada o in alcuni locali notturni sui quali il clan aveva messo le mani dietro il volto di imprenditori stranieri e non solo.
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