Tante precauzioni per l’incubo amianto «Lavare gli ortaggi»

PIEVE DI SOLIGO. Dopo il mezzogiorno di fuoco, con una colonna di fumo alta decine di metri a incombere sul Quartier del Piave, un pomeriggio di domande, sopralluoghi (rigorosamente con mascherina sul volto) e indagini. A fine giornata il verdetto è tranquillizzante solo a metà. Frutta e verdura si possono raccogliere (con le dovute precauzioni) e consumare, mentre l’incubo amianto non è ancora scongiurato: i risultati di Arpav su aria e campioni di terreno sono attesi per i prossimi giorni. La buona notizia è che dentro il capannone andato a fuoco non c’erano materie plastiche, ma sul tetto (in fase di sostituzione) restavano delle piccole quantità di amianto. Si sono confrontati a lungo, all’interno dello stabilimento Maia, i rappresentanti dei Comuni di Pieve e Sernaglia, lo Spisal dell’Usl 7, i tecnici della Provincia, carabinieri e vigili del fuoco, per trasmettere una comunicazione ufficiale ai cittadini preoccupati.
Alla fine nessuna ordinanza, nessun divieto di raccolta ortaggi, ma tante precauzioni, finché l’allarme non sarà cessato: «Non esporsi inutilmente al fumo, verificare la presenza di eventuali materiali incombusti ricaduti nella proprietà e informare gli uffici comunali sulla loro presenza, lavare accuratamente prima del consumo tutti gli ortaggi raccolti nella zona interessata, pulire eventuali superfici impregnate di polvere o materiale carbonizzato avendo cura di utilizzare mezzi adeguati». Per sapere cos’hanno respirato i cittadini di Pieve e Sernaglia nelle ore dell’incendio, però, bisognerà aspettare ancora. Tra curiosità e paura, era continuo, ieri, il via vai dei residenti allo stabilimento di via Verizzo. Raggiungere l’area interessata dal rogo era quasi un’impresa: all’imbocco di via Sernaglia, a poca distanza dal centro di Pieve, una pattuglia dei carabinieri regolava l’accesso all’area industriale, nel tentativo di far passare solo chi avesse realmente bisogno di accedervi. L’incendio era stato domato, ma si trattava di prudenza: la stessa che il Comune di Pieve ha raccomandato alle scuole nelle ore più “calde”, consigliando di tenere i bimbi negli edifici, rinunciando alla ricreazione all’aperto.
Una volta raggiunta la Maia, l’odore acre, che ancora si percepiva a rogo spento, non aiutava a tranquillizzare i cittadini. E nemmeno vedere che molte delle persone all’interno della proprietà (quindi a un centinaio di metri dal capannone incendiato) si coprivano il volto con una mascherina (i vigili del fuoco addirittura con una maschera per l’ossigeno). Eppure l’azienda non si è mai fermata: i fornitori continuavano ad arrivare.
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