Tangenziale, ecco il nuovo tracciato fino alla Feltrina

Accordo fra Treviso e Paese per il prolungamento di 3,9 chilometri, voto in consiglio il 28 gennaio

PAESE. Il quarto lotto della tangenziale serve. E può anche fare a meno, una volta giunto alla Feltrina, di ulteriori sviluppi verso Santa Bona e San Pelajo. Con queste premesse, i comuni di Treviso e Paese hanno raggiunto l’accordo sul tracciato/direttrice (che non è il percorso definitivo): il meno invasivo e impattante.

Il tracciato.Sono 3,9 km «ibridi»: dalla Castellana alla ferrovia Treviso-Montebelluna ricalca la direttrice del vecchio Prg, dalla ferrovia alla Feltrina «sale» a Nord, sull’asse individuato dalla Trt, società milanese cui i due comuni si sono rivolti. Via Casette? Graziata. Sulla Feltrina, snodo più a nord, fra Lando e Toys. Previsti i «bracci» per eventuali prosecuzioni, ma per i due comuni l’arteria può fermarsi lì. Meglio la svolta a Nord verso la Postumia Romana, che i (paventati) quinto e sesto lotto per Santa Bona e San Pelajo

L’iter: voti e passaggi. La delibera di adozione del tracciato, per Treviso, sbarca ai Trecento il 28 gennaio. Poi la palla «tecnica» passa a Veneto Strade, per la progettazione definitiva riaprendo la conferenza dei servizi; quella finanziaria alla Regione, per reperire i fatidici 54 milioni dirottati altrove nel 2015.

L’intesa.Il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore alla grande viabilità, Paolo Camolei, hanno fatto il punto ieri, dopo l’intesa con Paese. «Siamo molto soddisfatti», rileva Manildo, «abbiamo raggiunto un risultato concreto e abbiamo fatto il nostro dovere in soli due anni e mezzo. Al di là delle colorazioni politiche del le amministrazioni, solo e soltanto in funzione degli interessi del territorio. Confido che ora tutto si possa concretizzare, con gli atti consequenziali di Veneto strade e Regione. Con le cartografie aggiornate».

I risvolti politici amministrativi. Palese il compiacimento di Manildo e Camolei. L’intesa, che rientra nel nuovo feeling di sindaci e giunte oltre i partiti (vedi ora la mobilitazione trasversale contro il rigassificatore di Paese). Sblocca, in 30 mesi, uno stallo ventennale. Il progetto battezzato infine dalla Lega cozzava (letteralmente) contro le abitazioni di via Casette. Ma Manildo e Camolei si schermiscono: «Ma no, non c’è alcuna vittoria su chi ha amministrato prima di noi», dicono, «c’è la prova che il nostro metodo funziona. Prima lo studio e approfondimento, a metà 2013, quando abbiamo ereditato la questione. Poi il confronto. Infine l’iter condiviso con Paese, di cui dobbiamo sottolineare disponibilità e apertura».

I soldi.«Siamo fiduciosi, Zaia e l’assessore De Berti sono consapevoli del l’importanza di quest’opera», dicono i due, «così come i soldi sono stati spostati prima ad altre opere più urgenti, ora possono essere dirottati su questa».

Comitati e dissidenti. I comitati danno battaglia, e in maggioranza c’è chi dissente (Caldato e Tocchetto, forse Nieri). «Oddio, trovare il 100% dell’accordo è impossibile, ma in maggioranza sembravano tutti d’accordo», chiosa il sindaco. Camolei apre: «Il tracciato non è il percorso, siamo sempre aperti a confronto, discussione, collaborazione». E Manido conclude: «E’ la miglior scelta possibile per impatto ambientale e interesse del territorio, unita alla responsabilità di assicurare un’opera utile alla collettività».

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