«Tagli certi, garanzie poche» Stefanel, appello ai ministri

Ponte di Piave
Futuro troppo incerto per i lavoratori Stefanel di Ponte di Piave, forte la preoccupazione dei sindacati. Si è tenuta ieri l’assemblea sindacale tra le organizzazioni, i lavoratori di Ponte e dell’outlet di Levada; il tema era l’esito dell’incontro di giovedì con il ministero dello Sviluppo economico, la Regione Veneto e il commissario straordinario Cappiello. Alle informazioni già conosciute si sono aggiunte quelle contenute in una nota che, su richiesta del sindacato, il commissario ha fornito sul futuro del personale Stefanel dopo la cessione dell’azienda a Ovs. «Quanto vi è contenuto – dicono i sindacalisti di Cgil e Filcams del Veneto e della Filctem di Treviso – non è affatto tranquillizzante e contiene novità di cui veniamo a conoscenza per la prima volta».
Punti dolenti
Giovedì si era appunto tenuto un vertice per la cessione dell’azienda di Ponte di Piave e dei 27 negozi a favore della società padovana Oviesse per l’offerta di tre milioni di euro. Punto dolente per i sindacati il destino dello stabilimento di Ponte di Piave e la chiusura dello storico punto vendita di Levada. «Sapevamo della decisione di Ovs di acquisire 23 punti vendita su 27, eravamo però convinti del mantenimento della sede di Ponte, anche a fronte della comunicazione che l’acquirente prenderà in affitto l’immobile dall’amministrazione straordinaria – hanno proseguito – E qui c’è la prima novità, ossia il trasferimento di tutto il personale della sede trevigiana a Mestre. Inoltre, viene formalizzato che la gran parte dei lavoratori, a eccezione del personale del centro stilistico e il management, sarà collocato in cassa integrazione straordinaria, con un graduale inserimento a Mestre entro 12 mesi. Questo non può che preoccuparci. Non consideravamo positiva la scelta di trasferire alla nuova azienda solo 94 dipendenti a tempo indeterminato su 135 complessivi. Una riduzione di occupazione molto significativa a cui va aggiunta la non conferma dei tempi determinati in scadenza e del personale che ha sottoscritto l’accordo».
Richiesta di aiuto
Hanno quindi concluso: «Chiediamo pertanto l’apertura immediata di un tavolo con Oviesse, con il coinvolgimento del ministero dello Sviluppo economico e del ministero del Lavoro, sul futuro dei lavoratori di Stefanel. Ci batteremo per difendere tutte le lavoratrici e i lavoratori e, in particolare, per non far pagare un prezzo salato al nostro territorio per un’acquisizione che può diventare una buona operazione solo se garantisce la continuità occupazionale e non sacrifica le grandi professionalità di un marchio che ha fatto la storia dell’abbigliamento e che vogliamo abbia ancora un avvenire». –
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