Tachigrafi taroccati, altri otto indagati

Nei guai i tecnici che alteravano il conteggio dei chilometri: prendevano 100 euro per ogni auto. L’inchiesta si allarga
Di Marco Filippi

Si allarga l’indagine sulle automobili messe in vendita con i contachilometri taroccati. Ai 22 titolari delle 15 rivendite di auto, che nei giorni scorsi sono stati denunciati per frode e tentata frode in commercio, si aggiungono ora altri otto indagati. Si tratta dei tecnici che effettuavano l’abbassamento del contachilometri per aumentare il prezzo di vendita della macchina. Un lavoro per cui chiedevano un compenso tra i 50 e i 100 euro per macchina. Una curiosità riguarda il fatto che, uno degli otto tecnici denunciati era recidivo. In passato era già finito nel mirino degli agenti della polizia stradale di Treviso e denunciato per aver abbassato i contachilometri delle auto in vendita e non la centralina che registrava invece il vero chilometraggio percorso dalle auto.

Quattro dei tecnici denunciati si erano accordati per dividersi le zone di competenza in base alla collocazione geografica delle rivendite. Altri quattro erano, invece, “cani sciolti” e intervenivano autonomamente a chiamata. Sei degli otto tecnici lavorano nel settore del commercio di macchine.

Il bilancio dell'operazione, ironicamente denominata "Usato sicuro", è in sintesi il seguente: 22 titolari di 15 rivendite di macchine, sparse in tutta la Marca, e 8 tecnici che abbassavano il chilometraggio denunciati per frode e tentata frode in commercio, 76 automobili con contachilometri taroccati poste sotto sequestro su 1500 controllate. I contachilometri delle 76 macchine sequestrate erano stati ridotti complessivamente di circa 2,7 milioni di chilometri, con una media di ribassi di oltre 35.000 chilometri per ogni auto messa in vendita. In alcuni casi è stata accertata la riduzione di oltre 100.000 chilometri su auto messe in vendita a prezzi superiori ai 50.000 euro.

L’inchiesta della polizia stradale di Treviso è durata quattro mesi ed è partita dal confronto dei dati sul chilometraggio delle macchine che le società di leasing avevano ceduto ai rivenditori della Marca. Il confronto è avvenuto con i dati pubblicati sui portali internet come "Autoscout24" per pubblicizzare l'affare. L'attenzione degli agenti si è concentrata su una ventina di rivendite i cui veicoli, acquisiti da società di leasing, figuravano pubblicizzati su internet con un chilometraggio inferiore rispetto a quello d'acquisto dalla società di leasing. Delle venti rivendite sospette, 15 erano risultate irregolari, cioè con auto poste in vendita con il contachilometri taroccato, mentre le altre cinque avevano ribassato il chilometraggio di alcuni modelli solo negli annunci pubblicitari, probabilmente per invogliare gli acquirenti a fare una visita nell'esercizio commerciale.

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