Susegana, ritrovo neofascista in ricordo dell’eccidio del Piave: saluto romano alla cerimonia
Circa ottanta i partecipanti al ritrovo nostalgico lungo il Piave in ricordo degli allievi della Guardia Nazionale Repubblicana uccisi nel ‘45. A Oderzo lo striscione di Casapound sul Monticano. Zanoni (Europa Verde): «Oltraggio alla memoria, la Digos intervenga»

Tutti con le maglie nere e in mano le bandiere dell’Rsi. In testa al corteo, i vessilli delle sezioni venete di Continuità ideale: “Raggruppamento nazionale combattenti e reduci Rsi”, si legge sugli stendardi. Sono almeno un’ottantina e si definiscono orgogliosamente neofascisti, i partecipanti alla commemorazione dell’eccidio del Piave che si è svolta la mattina del 1 maggio, a Ponte della Priula, tra sfilate e infine, il saluto romano davanti al cippo dei caduti.

Nei giorni scorsi era circolata sui social la locandina dall’evento, con tanto di numero di telefono per fornire tutte le informazioni necessarie a quanti volessero aderire. In ottanta hanno risposto all’appello e si sono ritrovati alle 10 a Ponte della Priula, frazione del Comune di Susegana.
L’occasione? “Il ricordo dei 113 martiri giovani allievi e ufficiale della Rsi del collegio Brandolini di Oderzo, trucidati nel maggio 1945”, si legge sul volantino. Dopo la sfilata in golena, il gruppo ha raggiunto il cippo commemorativo dove il corteo si è fermato per posare un omaggio floreale, accompagnando il rituale con discorsi contro i partigiani, per poi culminare con uno sciame di braccia alzate.
A Oderzo lo striscione di Casapound sul Monticano
Commemorazione dei neofascisti anche a Oderzo dove, in ricordo dell’ottantesimo del medesimo eccidio, i militanti di Casapound hanno affisso uno striscione sul ponte del Monticano, in pieno centro con la scritta: “Oderzo 1° maggio: 113 ragazzi uccisi”. Lo striscione è stato rimosso dalla polizia locale.
Zanoni (Europa Verde): «Oltraggio alla memoria, la Digos identifichi i partecipanti»
«È semplicemente inaccettabile che nel nostro paese si verifichino situazioni di palese disparità di trattamento: da una parte una fornaia viene identificata ben due volte dalle forze dell'ordine per aver esposto uno striscione con la frase '25 aprile, "buono come il pane bello come l'antifascismo”, (in riferimento all’episodio di Ascoli Piceno ndr) dall'altra si permette a un raduno di ottanta neofascisti di sfilare indisturbati con vessilli della Repubblica Sociale Italiana e concludere la loro manifestazione con saluti romani, in palese violazione delle norme vigenti che vietano l'apologia del fascismo» commenta il consigliere regionale di Europa Verde Andrea Zanoni, in merito al ritrovo di Ponte della Priula.
Zanoni, promotore di un bando per la memoria dell'antifascismo, chiede l'intervento della Digos per identificare e denunciare i partecipanti alla manifestazione del 1° maggio a Ponte della Priula. «Quanto avvenuto oggi sulle rive del Piave è gravissimo e rappresenta un oltraggio alla memoria di chi ha combattuto per la libertà e la democrazia del nostro Paese. Trovo aberrante che mentre il 25 aprile ad Ascoli Piceno una commerciante viene identificata due volte dalle forze dell'ordine per un innocuo striscione che celebra i valori costituzionali, oggi in provincia di Treviso si permetta un raduno organizzato da chi si definisce orgogliosamente neofascista, con tanto di saluti romani, senza alcun intervento».
Il consigliere regionale, che di recente ha ottenuto il finanziamento di un bando per interventi e progetti culturali dedicati alla memoria e ai valori dell'antifascismo e della resistenza, che verrà pubblicato sul BUR della Regione Veneto il prossimo 6 maggio, chiede «un intervento della Digos per identificare i partecipanti alla manifestazione e procedere alla loro segnalazione alla magistratura per il reato di apologia del fascismo».
«Non possiamo tollerare questa disparità di trattamento che vede perseguitato chi celebra i valori democratici e costituzionali e lasciare impuniti coloro che esaltano ideologie condannate dalla storia e dalla nostra Costituzione», conclude il consigliere regionale.
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