Susegana, fallisce la Old Beton: il titolare si uccise per la crisi

Il tribunale decreta la fine della Ceotto di Susegana. La Cisl: «Dopo la morte dell’imprenditore la situazione è precipitata»
crocetta..old beton vandali
crocetta..old beton vandali

SUSEGANA. Un dramma che si rinnova con una sentenza del tribunale: è fallita la Ceotto Srl di Susegana, e sarebbe un nome come tanti, se quello del suo ex titolare, Vittorio Ceotto, non avesse scritto una delle pagine più tristi della crisi nella Marca, suicidandosi nell'ottobre 2012 proprio per i problemi legati a questa azienda e alla sua "sorella" più conosciuta, la Old Beton. Una fine annunciata, quella della Ceotto Srl, fondata nel lontano 1954 dal padre di Vittorio, Federico Ceotto, e specializzata in escavazione, trasporto e vendita della ghiaia.

Da qualche tempo la ditta era infatti un guscio vuoto, perché da circa un anno era iniziata la messa in liquidazione della società, che non era riuscita a superare il dramma del suicidio del suo titolare. La Old Beton, un'altra società del Gruppo Ceotto (emanazione della Ceotto Srl), era fallita già nel gennaio 2014, lasciando a casa una cinquantina di dipendenti specializzati nelle lavorazioni del cemento. Due anni prima del fallimento il titolare, che abitava in via Baracca a Susegana, sembrava già aver capito tutto. Vittorio Ceotto fu trovato impiccato nel sottoscala della villetta in cui abitava con la moglie e un figlioletto. Aveva 62 anni. Le sue aziende erano molto conosciute in zona, e nei primi momenti nessuno sospettò un collegamento tra il suicidio e lo stato finanziario di queste. Chi lo conosceva ne parlava come di «un imprenditore di successo», che aveva saputo risollevarsi dopo alcune vicissitudini private complicate.

Furono le due pagine scritte a mano dall'imprenditore a fugare ogni dubbio, e a rivelare l'esistenza di una crisi che si sarebbe rivelata inarrestabile. Due pagine in cui l'uomo dichiarava tutto il suo amore alla moglie e ai figli (ne aveva avuti anche in un precedente matrimonio), rivelando però una serie di ostacoli insormontabili nella sua carriera lavorativa. «I clienti non pagano, io non riesco a pagare i fornitori. Mi è crollato addosso il mondo economico, e insieme a esso mi è crollato addosso il mondo intero» aveva scritto nella lettera indirizzata alla moglie Samantha l'imprenditore 62enne. Il caso attirò fin da subito l'attenzione del mondo imprenditoriale trevigiano: l'allora presidente di Unindustria, Alessandro Vardanega, aveva espresso la propria vicinanza alla famiglia, ricordando il ruolo attivo che Ceotto aveva avuto all'interno dell'associazione. Come ultimo, disperato tentativo di risollevare le sorti delle sue creature Ceotto aveva chiesto proprio alla compagna di assumere la guida delle imprese, «per gestirle come io non ho più saputo fare».

Era troppo tardi. La crisi di liquidità aveva comportato pesanti ritardi nei pagamenti degli stipendi ai lavoratori, la cui cassa integrazione era scaduta da mesi. Allo stesso modo, nessuno si è sorpreso, il 20 aprile, quando il Tribunale di Treviso ha messo la parola fine alla Ceotto Srl in liquidazione, dopo un'istanza di fallimento depositata l'8 aprile. Da qualche tempo l'azienda non era nemmeno più seguita dal punto di vista sindacale: «Ricordiamo questo caso» ha commentato ieri Francesco Orrù, dirigente Filca Cisl «fu tutto molto veloce, la situazione precipitò dopo il suicidio del titolare. Ultimamente non avevamo persone seguite in azienda». Restano le date della procedura fallimentare: il Tribunale di Treviso ha fissato l'udienza per l'esame dello stato passivo davanti al giudice delegato per il prossimo 14 settembre.

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