Superbonus del 110 per cento, ingorgo negli uffici di Treviso: già 200 pratiche di sanatoria

Oltre alla mole di accesso atti si accumulano le richieste di regolarizzazione degli edifici. Senza l’ok niente contributo
Un intervento edilizio
Un intervento edilizio

TREVISO. Oltre alla pioggia di “accessi atti” arrivata negli uffici pubblici da parte di privati, imprese o professionisti per dare il via alle pratiche necessarie ad ottenere il superbonus ristrutturazioni del 110%, sugli uffici pubblici pesa una altro grande faldone. Anche questo è frutto delle procedure per il superbonus e riguarda il gran numero di richieste di sanatoria edilizia avanzate da chi, senza, non può chiedere il contributo.

Accesso atti, primo ingorgo

Per ottenere il superbonus è necessario, in primis che l’immobile oggetto del potenziale intervento sia regolare, ovvero non abbia abusi, difformità catastali o altro. Per verificare la regolarità dell’edificio serve quindi effettuare la pratica di “accesso atti” grazie alla quale si recuperano tutte le informazioni sui beni ed è possibile documentarne la conformità, o quantificare le eventuali difformità. Nei giorni scorsi abbiamo già riportato l’effetto di questo primo – apparentemente semplice – passaggio.

Gli uffici si sono ingolfati di richieste. Parlano i numeri: negli ultimi quattro mesi del 2019 gli “accessi atti” arrivati all’ufficio edilizia del capoluogo (e negli altri comuni la situazione è proporzionale) erano state 486, nello stesso periodo del 2020 sono state 1001. E si è continuato nel 2021. Primo scoglio quindi: i tempi di attesa per avere i documenti, complice smart work e recupero materiale delle carte archiviate chissà dove.

Seconda grana: la sanatoria

Come detto, nel caso in cui l’accesso atti confermi la corrispondenza tra edificato e progetto depositato si può dare inizio alla pratica. Ma se si riscontrano difformità? Il caso è meno raro di quanto si creda: basta un architrave spostato, un muro abbattuto nel tempo per creare una incongruenza che va sanata. Senza la sanatoria, niente bonus. Ed ecco la seconda trafila di periti e imprese. Anche qui i numeri: nell’ultimo periodo pare che sul tavolo del comune capoluogo si siano accumulate quasi 200 richieste quando normalmente erano molte meno. Idem altrove.

L’imbuto

Accesso atti e sanatorie dove confluiscono? Tutte negli stessi uffici: quelli del settore edilizia, che nei comuni più grossi conta varie persone, nei più piccoli alle volte solo una. Uffici che – va detto – oltre al superbonus devono gestire anche l’ordinaria amministrazione. Si crea un imbuto che, al di là della buona volontà del personale, crea un ingorgo. Immaginate centinaia di auto che debbano confluire tutte, nello stesso tempo, in una strada comunale dove magari c’è anche qualche auto già in corsa.

La preoccupazione

Il fronte dei professionisti è preoccupato perché ad oggi la scadenza del 30 giugno fissata per la concessione del super bonus del 110%, confrontata con le attuali tempistiche per la approvazione delle pratiche (siano accessi co sanatorie) fa supporre che molti rimarranno esclusi.—


 

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