«Stress, armi e tanti pericoli Agenti a rischio psicologico»
Malessere psicologico e stress da lavoro, per le forze dell'ordine il rischio di soffrire di disturbi emotivi legati alla professione è maggiore rispetto ad altre categorie. Non è un caso che ciò avvenga, il mestiere porta ad entrare in contatto con situazioni di emarginazione sociale, con il dolore e la violenza, ma anche a dover gestire il rischio o la tensione di fronte a eventi delittuosi. Si lavora su molti fronti, in divisa e anche in borghese, con ritmi spesso intensi e dovendo sopperire alla mancanza di personale. Per le donne in uniforme, il momento più delicato è la gravidanza. In questi casi la divisa e il machismo dell'ambiente professionale rendono quasi impossibile esternare un disagio, col rischio che questo porti a episodi anche molto gravi di burnout. Si va dai disturbi psicosomatici alla depressione, fino ai casi di suicidio. Una problematica che tocca da vicino anche la provincia di Treviso. «La situazione nel nostro territorio non è diversa dal punto di vista istituzionale ma nell'ultimo periodo abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di problematiche legate al carico di stress e alcuni colleghi sono dovuti ricorrere al riposo medico» sottolinea Giovanna Gagliardi, segretaria nazionale Silp Cgil, che ieri ha partecipato al convegno “Lavorare in Polizia: stress e burnout” nella sede del sindacato di via Dandolo. Nonostante non esista un unico tipo di depressione, Michelina Miricola, psichiatra e psicoterapeuta all'interno del Servizio di psicologia medica dell'Arma dei Carabinieri di Padova e attivo per tutto il Veneto, evidenzia come «lo stress sia in relazione con la capacità che ogni uomo ha di sopportare la sua vulnerabilità e con la resilienza che gli permette di superare la difficoltà». Non esiste un solo tipo di stress, né tantomeno un unico modo di reagire. «La divisa protegge ma anche impedisce di chiedere aiuto e di ammettere il bisogno, essendo uno strumento narcisistico. Allo stesso tempo lo stigma verso il disturbo psicologico non è stato superato» evidenzia l'esperta «per questo è fondamentale sensibilizzare il personale delle forze dell'ordine sulla possibilità di accedere al counseling e alla terapia». Anche il criminologo Fracesco Carrer ribadisce l'importanza della prevenzione. «E' innegabile che, per le forze di polizia, la causa ultima del suicidio è la possibilità di usufruire in tempo reale di un'arma da fuoco» sottolinea Carrer «in Francia, in passato, le famiglie delle vittime avevano spinto il Governo a potenziare il numero degli psicologi nei commissariati e installare armadietti blindati in cui lasciare l’ arma la sera prima di ritornare a casa. Si riduceva il periodo di possesso diretto dell'arma, soprattutto nei momenti di ritorno a casa, magari in un'abitazione vuota, senza moglie e figli, e con la possibilità di avere l'oggetto con cui togliersi la vita».
Valentina Calzavara
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