Strade chiuse, niente deviazioni Polemica domenica a Spresiano

Blocchi improvvisati per la corsa ciclistica, nessuna segnaletica e poco personale a gestire il traffico Donna imbottigliata in auto con il marito disabile. Il sindaco Della Pietra: «Ultima volta che passano»

SPRESIANO. Strade aperte, e poco prima di pranzo improvvisamente chiuse senza cartelli che indicassero deviazioni. Vie pubbliche bloccate non da transenne ma da un nastro di plastica bianco e rosso teso tra pali della luce o segnali stradali a caso da un lato all’altro della carreggiata. Così, domenica, a Spresiano molti residenti sono andati nel pallone, impossibilitati a ritornare a casa per pranzo fino al passaggio di una corsa ciclistica di cui pochi sapevano il transito, avvenuto oltretutto ben dopo la chiusura delle strade.

C’è chi racconta che a finire nel pallone, a causa di mancate indicazioni e di una viabilità «organizzata alla buona», come l’ha definita qualche cittadino, siano stati anche alcuni dei giovani ciclisti che correvano il “Gran Premio città di Treviso” partito dal capoluogo e allungatosi nei comuni limitrofi. Giovani sportivi tratti in inganno da «un percorso poco chiaro» e non sempre controllato da volontari o organizzazione. Tra chi ci ha rimesso un bel po’ di tempo e serenità anche una donna, F.M., che domenica doveva raggiungere la casa dell’anziana madre per prestarle assistenza all’ora di pranzo. Arrivata alla rotonda a fagiolo di Lovadina, la donna si è trovata davanti un nastro bianco e rosso che le vietava il transito. «C’è la corsa» l’hanno informata, «deve fare il giro largo». E lei, col marito disabile in auto, disciplinatamente cerca un modo diverso di raggiungere casa della madre. Fa il giro a arriva in centro a Lovadina: altro nastro, niente transenne o deviazioni: «Di qui non si passa, faccia il giro». A quel punto la donna, sapendo di non avere alternative, torna al punto al primo nastro, «distava cinquanta metri da casa di mia madre» racconta, «ho pensato: spiego e mi faranno passare». E invece nulla, nessuno sconto e tantomeno assistenza da chi era a presidio di quella chiusura posticcia: «Non passa». Ne è nato un battibecco terminato con la chiamata ai carabinieri anche loro impossibilitati ad arrivare sul posto perchè bloccati più distante dalla corsa che nel frattempo – era passata oltre mezz’ora dal primo stop alla donna – iniziava a transitare. Risultato? Quasi un’ora per superare il valico di quei cinquanta metri.

E come lei altri hanno avuto modo di chiedere conto ai volontari, dove c’erano, delle chiusure.

Furioso ieri mattina il sindaco di Spresiano Marco Della Pietra a cui sono arrivate diverse lamentele: «Era stata fatta un’ordinanza chiarissima, gli organizzatori dovevano farsi carico di segnaletica e informazioni, non hanno fatto nulla. Per me era l’ultimo anno che passano per Spresiano, c’erano già stati problemi l’anno scorso, stavolta ci eravamo raccomandati e non ne hanno tenuto conto. Adesso basta. Le corse si organizzano bene, altrimenti non si fanno».

Federico de Wolanski

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