Steelco, assunzioni e produzione italiana

Sessanta nuovi tecnici e ingegneri grazie al ritorno a casa delle lavorazioni, ma è difficile trovare figure specializzate

RIESE PIO X. La produzione torna in Italia, Steelco riprende ad assumere: cerca 60 nuove figure professionali (soprattutto tecnici e ingegneri) da inserire in organico. Si chiama “reshoring”, in pratica il contrario della delocalizzazione, e consiste nel riportare in Italia alcune fasi della produzione che negli scorsi decenni erano finite fuori confine. Ad attuarlo è stato, in questo caso, il Gruppo Miele, colosso tedesco degli elettrodomestici cui appartiene anche la Steelco di Riese Pio X, che ha riportato a casa alcuni processi realizzati in Austria e Germania.

La nuova fase “domestica” della vita di Steelco è visibile a occhio nudo, con la costruzione di un nuovo stabilimento da cinquemila metri quadrati, a Riese, che sarà inaugurato in primavera. Servirà a integrare il reparto produttivo. E avrà bisogno, inevitabilmente, di forza lavoro giovane e preparata: sessanta neo assunti, appunto, da affiancare agli oltre 500 collaboratori di Steelco nel mondo (di cui 330 a Riese). Il problema - denunciato anche da altre imprese di Marca - è che trovare queste figure è estremamente complicato: «Cerchiamo diplomati e laureati, preferibilmente con formazione tecnica e ingegneristica» spiega il fondatore e Ceo di Steelco, Ottorino Casonato, «vogliamo creare opportunità nel territorio, con una produzione manifatturiera Made in Italy al cento per cento. Sono posizioni difficili da reperire, specie per i programmatori. Stiamo pensando di rivolgerci anche al Sud Italia, dove la disoccupazione è molto alta, ma il problema in quel caso sarebbe trovare un alloggio dignitoso per queste persone». Tanto che Casonato lancia una provocazione: «Al governatore Zaia chiedo di darci una mano, prevedendo una sorta di “case popolari” per le persone che per motivi di lavoro si trasferiscono al Nord, in modo da alleggerire le difficoltà di chi è costretto a trasferirsi».

Steelco, nel frattempo, per convincere tecnici e ingegneri offrirà una palestra di 150 metri quadrati (sarà pronta nei prossimi mesi) e corsi di inglese gratuiti (che l’anno scorso hanno registrato 90 presenze tra i collaboratori) con insegnanti esterni. Investire nel welfare e nel capitale umano, quindi, per diventare più seducenti agli occhi di ragazzi che troppo spesso preferiscono i grandi brand stranieri: «L’integrazione con Miele ci consentirà di espanderci ancora nel mondo - oggi esportiamo più del 90 per cento della merce - e di ottimizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo» conclude Casonato.

Il 2017, sedicesimo anno di vita dell’azienda, si è chiuso a quota 90 milioni di fatturato, in crescita del 21,7 per cento su base annua. Il target per il 2020 è di raggiungere i 160 milioni di euro. Inizialmente l’azienda aveva previsto un centinaio di assunzioni in tre anni, ma le posizioni ricercate sono state riempire già nel corso del 2017 negli stabilimenti di Riese e di Zoppola, nel Pordenonese.

(a.d.p.)

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