Statuto, il commissario: unità nazionale salva

RESANA. Autodeterminazione del popolo veneto cancellata dallo statuto per incompatibilità con l'unità e la indivisibilità della Repubblica sancite dalla Costituzione e perché non rappresentativi dell'intera comunità: così il commissario prefettizio di Resana Gaetano Tufariello spiega le novità che hanno caratterizzato il nuovo statuto che entrerà in vigore sabato 21 gennaio. Novità che appunto hanno visto l’eliminazione dei tre commi voluti dall'ex sindaco Loris Mazzorato. E ora quest’ultimo «dichiara guerra» chiedendo l'allontanamento del commissario. «Sono stati espunti dal nuovo statuto», spiega in un comunicato Tufariello, «i commi 11, 12 e 13 dell’art.6 del vecchio testo (diritto all’autodeterminazione del popolo veneto, opzioni per il riconoscimento del popolo veneto e del Comune di Resana, iniziative tese a combattere ingerenze volte ad opprimere le identità di quel popolo secolare di cui fanno parte i cittadini resanesi), atteso che esprimono principi non rappresentativi dell'intera comunità e che incontrano il limite dei principi supremi e tra questi, ovviamente, e in primo luogo, il principio supremo di unità e indivisibilità solennemente sancito dall'art.5 della Costituzione, recentemente ribadito dalla giurisprudenza costituzionale con la sentenza n.238 del 2014». Il resto sono aggiustamenti sulla pari opportunità (ora garantita e non solo promossa) e sull'amministrazione trasparente, oltre all'eliminazione - seppur figure non esistenti - del difensore civico e del direttore generale. Lette le motivazioni, dall’ex sindaco Loris Mazzorato parte una esplicita «dichiarazione di guerra» che, detta da chi come lui che ha fatto della non violenza e della difesa non armata una delle sue filosofie di vita e di amministratore (tanto che fino a poco tempo fa i vigili non potevano girare armati nel territorio resanese), fa capire che la tensione è alta o sarebbe tale: «Visto quanto ribadito dal commissario Tufariello ribadisco a mia volta a gran voce, invitando il prefetto Laura Lega a prendere i dovuti provvedimenti, che quanto dichiarato dal commissario è una vera e propria presa in giro verso noi veneti e la volontà di cancellare la nostra memoria, damnatio memoriae, come quando in tempo di guerra i vincitori cancellavano la memoria degli sconfitti. Mai è stata messa in discussione l’unità nazionale come da lui sostenuto. È una falsità che non trova riscontro in quello che veniva riportato nel vecchio statuto del Comune, anzi, venivano invocati i principi sanciti a livello internazionale. Onde evitare gravi conflitti sociali. Per rasserenare il clima chiedo al prefetto Laura Lega di ripristinare i tre commi dell'articolo 6 eliminati e di sostituire il commissario». (d.n.)
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