Spresiano, c’è di nuovo un Fava nella squadra del “governo”

Un filo lungo 27 anni lega Roberto al padre Giuseppe, che fu assessore e sindaco Nella sua giunta Della Pietra lo vuole nel posto di vice, manca solo l’ufficialità

SPRESIANO

Un filo lungo 27 anni e un cognome uniscono due stagioni politiche lontane tra loro a Spresiano. Un Fava torna a sedersi su una delle poltrone che contano del municipio, forte di un consenso larghissimo: 441 preferenze che gli sarebbero valse l’elezione anche in un capoluogo di provincia. Roberto Fava sarà il vice di Marco Della Pietra, manca ormai solo l’ufficialità.

L’affermazione con percentuali bulgare rende ancora più efficace il parallelo con gli anni del padre Giuseppe Fava. È stato sindaco dal 1980 al 1993 - un mandato da assessore dal 1975 all’80 - gli anni in cui il primo cittadino veniva nominato e la Democrazia Cristiana di cui Fava faceva parte aveva percentuali plebiscitarie, simili a quelle che oggi ha ottenuto, a sorpresa, Della Pietra.

«Non ho bei ricordi di mio padre sindaco, perché mi faceva soffrire il fatto che a casa non ci fosse quasi mai», dice oggi Roberto Fava. «Quando volevo parlarci andavo in municipio, e fare la coda con gli altri cittadini fuori dall’ufficio». Un esempio che è diventato un insegnamento. Roberto Fava però non ha seguito da subito le orme del padre, solo nel 2010 ha deciso di entrare in politica con il Pdl: «Ho capito da adulto che cosa mi aveva insegnato con quei gesti: che non si amministra e non si vive il paese per se stessi, ma lo si fa in rapporto agli altri. Voleva farmi capire che lui non c’era solo per me, ma anche per gli altri».

Giuseppe Fava ha amministrato negli anni del benessere e della ricchezza, delle imprese che nascevano una dietro l’altra; il figlio ora si troverà a vestire i panni del vicesindaco in un momento storico molto diverso, quello dei posti di lavoro che mancano, dell’emergenza Covid, dei servizi sociali pieni di lavoro.

«Ma una cosa che nessuno è ancora riuscito a fare, nemmeno lui, vorremmo portarla a casa. Il progetto di Villa Sina (un centro per disabili e autistici in collaborazione con Usl e Villa Tomasi, ndr) è ambizioso, ma ci credo molto. Quella villa è stata ereditata dal Comune ancor prima che mio padre diventasse sindaco, ma non c’è mai stato un vero e proprio progetto di utilizzo», aggiunge Fava. Significherebbe di certo mettere una firma indelebile su Spresiano, come il padre fece nell’89 siglando l’atto istitutivo di Contarina Spa.

«Quell’operazione in verità la pagò molto, politicamente. Venne attaccato per essere stato il sindaco che voleva riempire Spresiano di spazzatura, e invece oggi grazie a quella scelta abbiamo suò nostro territorio un’azienda che è diventata un modello nel mondo. Credo si debba amministrare con quella stessa lungimiranza, guardando agli effetti che avranno le nostre scelte tra tranta o quaranta anni». —

federico cipolla

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