Sposi gay in Brasile, dal sindaco «Regolarizzi la nostra unione» FOTO

Il caso nelle mani della giunta Manildo tra il diktat di Alfano e i diritti civili. Dopo l’approvazione delle unioni civili, Treviso verso il sì

Dopo l'approvazione delle unioni civili a Treviso c'è un altro nodo da sciogliere: la richiesta di regolarizzazione anagrafica fatta da una coppia omosessuale residente a Treviso e sposatasi in Brasile due anni fa, Joe Fernandez e Franco Fighera, titolari del notissimo negozio di fioreria Bouquet d'oro in centro a Treviso.

È il più classico dei casi contro i quali, in questi giorni, si è schierato il ministro dell'Interno Alfano chiedendo a tutti i sindaci di rifiutarsi di accogliere le richieste e annullare le pratiche di regolarizzazione anagrafica già fatte.

Loro, i due sposi, commercianti ben noti, in questi due anni hanno mantenuto il riserbo. Non volevano che la storia diventasse di dominio pubblico ma oggi, forse in virtù del dibattito sorto dopo l'approvazione del regolamento sulle unioni civili, hanno deciso di esporsi. «anche in Brasile regolarizzare la nostra unione è sttaa una procedura lunga ma alla fine ci siamo riusciti. Noi viviamo insieme da 21 anni, abbiamo casa e lavoro insieme, regolarizzare la nostra unione, oltre che un sogno sentimentale, ha una ragione pratica necessaria».

Ora «attendiamo di vedere che cosa farà il sindaco», dicono in merito alla loro richiesta di regolarizzazione anagrafica, inoltrata dieci giorni fa..

Manildo, pur ammettendo di non avere ancora letto la richiesta, ha le idee ben chiare: «Sottoporrò il caso alla valutazione di tutta la giunta», spiega, «certo è che noi stiamo lavorando per superare le discriminazione far valere i diritti delle persone, quindi anche quelli di questa coppia. Di giurisprudenza, in materia, ce n'è parecchia e non intendo sottostare a una semplice circolare del ministro in una questione così delicata». A Trento il sindaco sta facendo altrettanto. E così in altre parti d'Italia dove i primi cittadini hanno fatto muro contro la circolare di Alfano. Vero è che il ministero ha già allertato i prefetti: «Se i sindaci non intervengono, agite d'ufficio ed eliminate gli atti». Una richiesta che non ha mancato di suscitare polemiche e che rischia di finire davanti la tribunale per iniziativa sia delle prefetture che delle amministrazioni, che non vogliono cedere sui loro oneri e diritti ufficiali e amministrativi. Tutto lascia pensare che sarà lì - in aula, e in vari gradi di giudizio - che verrà risolto il nodo delle richieste delle coppie omosessuali. «Una bagarre all'italiana», dicono a Ca'Sugana. Intanto, Manildo ha tre mesi per accogliere o meno la richiesta dei due sposi. (f.d.w)

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