Spiava le atlete in doccia Maxi multa all’allenatore

RESANA. Le ragazze nude sotto la doccia, l’occhio indiscreto che le spia. All’autore delle sbirciate via microcamera nascosta questa piccante curiosità costerà cara, carissima: 22.500 euro.
Una scena da commediola tipo “Porky’s”, solo che questa volta era tutto vero. Di mezzo ci sono una squadra di pallavolo femminile, la Samarcanda Volley Resanese, e l’allenatore Fabio Fontana, 45 anni. Dopo la condanna della giustizia sportiva, che lo aveva squalificato per cinque anni da ogni attività legata a mondo della pallavolo, ora è arrivato anche il “conto” da parte della magistratura ordinaria. Il sostituto procuratore Iuri De Biasi, titolare delle indagini, ha infatti firmato un decreto penale di condanna da 22.500 euro, in sostituzione di tre mesi di reclusione, ai danni di Fontana.
L’accusa nei confronti dell’allenatore è quella di interferenza illecita nella vita privata. Secondo la Procura di Treviso, che si è attivata dopo la denuncia da parte delle ragazze, l’uomo avrebbe piazzato una microcamera all’interno dello spogliatoio delle “sue” giocatrici per spiarle.
Il caso era scoppiato nell’aprile dello scorso anno quando le giocatrici della Samarcanda Volley Resanese, tutte ragazze di età compresa tra i sedici e i trent’anni, avevano scoperto quell’occhio elettronico decisamente indiscreto: era nascosto all’interno di una scatola sopra il muretto che separa le docce dello spogliatoio. Le ragazze avevano denunciato il fatto ai carabinieri. La società, venuta a sapere della faccenda, aveva licenziato in tronco il coach. Un fulmine a ciel sereno per un tecnico molto stimato e definito un vero e proprio insospettabile.
Chissà se davvero l’allenatore è riuscito a intrufolare il suo sguardo indiscreto in quell’angolo privatissimo dello spogliatoio: la perizia disposta sul materiale informatico posto sotto sequestro dagli inquirenti (computer e supporti di memoria) aveva dato esito negativo, nessun filmato delle pallavoliste era salvato sull’hard disk, nelle chiavette usb, nei dvd e nei cd trovati nell’abitazione dell'allenatore. Ciò non esclude la possibilità che eventuali fossero stati distrutti, o conservati altrove. Per la Procura, comunque, ciò che conta è che a piazzare la microcamera sia stato proprio l’allenatore: da qui il decreto penale di condanna. Ora Fontana potrà opporsi, per evitare di pagare. Ma in quel caso rischia di dover affrontare un vero e proprio processo.
@fabio_poloni
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