Sparatoria al campo nomadi, tre arresti

GIAVERA. Tre giostrai che vivono nella zona di Castelfranco, sono finiti in manette, all’alba di ieri, con la pesante accusa di tentato omicidio per una sparatoria, avvenuta nell’ottobre scorso, in un campo nomadi di Pionca di Vigonza, in provincia di Padova. Due di loro, Fabio Major, 54 anni, e Luca Major, 46 anni, entrambi di Vedelago, sono parenti di Manuel, il giostraio di 37 anni, morto due settimane fa, in seguito alle ferite riportate in una sparatoria ingaggiata da un vigilante, a Barcon di Vedelago, dopo una serie di assalti notturni ai bancomat della Marca. Arrestato anche Alen Gabrielli, 40 anni di Riese. Gli altri due destinatari di ordinanze di custodia cautelare sono Thomas Innocenti, 38 anni, e Nike Moretti, 41, già detenuti in carcere per altri reati.
Il quintetto si sarebbe macchiato, secondo gli investigatori della questura di Padova, di una sparatoria a Pionca di Vigonza, dove, nel corso della notte, armato di pistole e kalashnikov, si era recato nel campo nomadi della famiglia Pavan sparando all’impazzata, ad altezza uomo, su roulotte ed autovetture, fuggendo poi a bordo di un’auto di grossa cilindrata rubata.
Il movente dell'assalto sarebbe da cercare in una lite familiare avvenuta lo scorso 14 ottobre tra un nomade di Pionca e la compagna (sembra che l'uomo non fosse contento del fatto che la donna lavorasse). Durante lo scontro tra i due, sarebbe intervenuto anche il padre di lei e la situazione sarebbe degenerata: entrambi, papà e figlia, erano stati feriti con un coltello dal compagno di lei. L'aggressione aveva provocato, a sua volta, l'azione punitiva da parte della famiglia di appartenenza dei due nei confronti dell’ltro ramo familiare sinti.
All’alba di ieri gli agenti delle questure di Padova, Treviso e Venezia, hanno perquisito diversi campi nomadi nel veneto, tra cui quelli di Vedelago e Riese dove abitano tre dei cinque giostrai destinatari delle misure cautelari. Gli agenti sono andati a caccia di pistole e kalashnikov, ma le ricerche non avrebbero dato gli esiti sperati.
Il legale di parentela tra i Major, arrestati ieri e Manuel, il giostraio morto nella sparatoria a Barcon di Vedelago con il vigilante Massimo Zen, ha innalzato il livello di allerta tra le forze dell’ordine. Il timore è che vi possano essere ritorsioni anche sul vigilante Zen, ora spostato da Castelfranco con un ruolo non operativo. Ma la famiglia di Manuel Major, attraverso il suo legale, Fabio Crea, tiene a precisare che nessuno cerca vendetta: «Vogliamo solo giustizia - spiegano - e solo in essa abbiamo fiducia».
Da parte sua, l’avvocato Daniele Panico, legale della guardia giurata Massimo Zen, manitiene una posizione di equilibrio: «Noi crediamo nelle parole della famiglia Major, pronunciate attraverso il loro legale. Certo, gli arresti di ieri, legati ad armi e vendette, non contribuiscono ad allentare la tensione, ma noi confidiamo che nulla accada e che la giustizia faccia il suo corso».
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