Sorvolo vietato in centro per i droni I vigili cercano un accordo con l’Enac

L’attività di controllo aereo della polizia locale limitata dal regolamento a tutela dell’aeroporto. «Già a lavoro per le deroghe»
BORIN . AG.FOTOFILM . TREVISO . POLIZIA MUNICIPALE PRESENTAZIONE PRESENTAZIONE DRONI X LA SICUREZZA IN VIA PISA
BORIN . AG.FOTOFILM . TREVISO . POLIZIA MUNICIPALE PRESENTAZIONE PRESENTAZIONE DRONI X LA SICUREZZA IN VIA PISA

C’è chi li ha comprati per gioco, chi per lavoro, chi per inventarsi una nuova professione. Fatto sta che nell’arco degli ultimi la questione droni, ovvero i piccoli e tecnologici “elicotterini” telecomandati, è diventata un problema esploso nelle mani dell’Enac, ovvero l’ente chiamato a regolamentare l’uso degli spazi aerei italiani. Di qui una serie di indicazioni, norme, chiarimenti sulle norme, approfondimenti di norme che negli ultimi mesi sono culminati con una inevitabile stretta regolamentazione che vieta innanzitutto ogni attività di droni su tutto il centro storico, diventato off limits (la norma nell’articolo qui sotto). Un ostacolo contro il quale si scontra oggi anche la flotta che la polizia locale si appresta a mettere in servizio sui tetti della città.

le restrizioni

Necessarie e inevitabili. Troppi i velivoli che negli ultimi mesi si sono levati da terra in tutta Italia per passatempo, per fare fotografie, immortalare eventi, inquadrare aree da riqualificare e quant’altro. Alla richiesta della patente è stato necessario così aggiungere via via nuovi limiti per evitare il sorvolo incontrollato dei droni, anche in aree dove potevamo mettere rischio incolumità pubblica e traffico aereo . Di qui la mappa fatta da Enac che vieta i volo sul centro storico, salvo limitatissime autorizzazioni temporanee per particolari situazioni da concordare. Uno scoglio per la Locale, che sta addestrando 4 agenti (10 mila euro il corso) per guidare i due velivoli acquistati (12 mila euro) per progetti di sicurezza.

la trattativa

Se inizialmente si pensava di poter entrare subito in azione, adesso tocca mettere in conto un problema in più legato proprio a quel divieto assoluto. «Serve infatti uno specifico accordo con Enac» spiega il comandante Andrea Gallo, «per far autorizzare l’attività sul territorio off limits; un accordo che va trattato mettendo in evidenza le intenzioni del progetto, e poi aspettando le prescrizioni». Il Comando conta di riuscire a superare lo scoglio burocratico in tempi brevi, sottolineando di voler operare a «quote basse», e quindi potenzialmente di minor impatto con l’attività aeroportuale rientrando al di sotto della cima di molti campanili. E in più intende far pesare l’uso di un drone leggero (250 grammi), che potrebbe avere via più agevole nella normativa. Ma l’accordo va formalizzato, e l’incognita tempo, quando si ha a che fare con i ministeri, pesa.

Treviso capofila

Come se non bastasse, il Comune in questo farebbe da capofila. Non vi sono altrove attività strutturate di sorveglianza con i droni. Un merito, ma anche un elemento che potrebbe indurre Enac a valutare ancor più attente il progetto che il Comune formalizzerà a breve .

Federico de Wolanski

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