«Sono stata tra le prime a produrre Prosecco Oggi sono contenta di avere tante colleghe»

l’intervista
Quando ha iniziato a produrre Prosecco, con l’azienda di famiglia Riva dei Frati di Cornuda, era la più giovane produttrice di Conegliano-Valdobbiadene Docg. Non sono passati molti anni, ma di strada ne ha fatta parecchia. A livello professionale - oggi è ancora in prima linea in azienda, occupandosi del mercato estero - e personale: è diventata mamma di uno splendido bambino. Claudia Adami oggi fa la spola tra Roma e Valdobbiadene.
Di cosa ti occupi esattamente in azienda?
«Mi occupo del mercato estero, che spazia dagli Stati Uniti all’Asia. Per noi è il mercato di punta. Da mamma, e da donna, siamo abituate a un ruolo multitasking. Per conciliare il tutto bisogna essere molto organizzati, ma c’è sempre la volontà di riuscire in più ambiti, e finora ci sto riuscendo».
In questo, paradossalmente, l’emergenza Covid potrebbe non essere stata un male: meno trasferte di lavoro, per esempio.
«Sì, assolutamente. Sono cambiati i viaggi, nel mio caso capitava di andare oltreoceano, ora ci si organizza diversamente. Il lavoro in smart working permette alle donne di trarre un vantaggio, sicuramente è più facile conciliare famiglia e professione. Ci sono degustazioni online che si possono fare tranquillamente a casa. Ora posso incontrare i clienti con mio figlio poco distante che gioca. Posso anche portare i clienti virtualmente all’interno del vigneto, gli facciamo vedere la fase fenologica della vite online, mentre parlo con qualcuno ho sott’occhio il mio bambino se serve qualcosa».
In Riva dei Frati, peraltro, la componente femminile è ben rappresentata.
«Sì, l’azienda è di famiglia, e siamo a maggioranza donne sia come proprietà che come dipendenti. Il polmone della società è la forza femminile. Non solo negli uffici ma anche a livello operativo, privilegiamo la manodopera femminile e abbiamo creato un prodotto per rappresentare questa filosofia: Fra Donne, si tratta di un rosato frizzante, uvaggio Pinot nero».
Sei stata tra le prime “donne del Prosecco”: ti ha mai creato problemi? L’ambiente ti ha sempre accolta senza problemi?
«Devo dire di sì, vuoi per l’entusiasmo che ho sempre avuto, vuoi per l’ambiente in cui sono cresciuta, non ho mai percepito le difficoltà. Oggi, per il ruolo che ricopro, mi confronto con molte presenze maschili, specie nel commercio estero. A suo tempo rispetto ad oggi c’era minore presenza femminile a livello di imprenditoria, ma la volontà di portare avanti idee innovative c’è sempre stata, pure con la consapevolezza che ci fosse molta strada da fare. Oggi fa piacere che sempre più colleghe si mettano al timone dell’azienda, che sia impresa di famiglia o creata da zero, anche arrivando da altri ambiti. C’è bisogno di forza femminile».
La cosa di cui vai più orgogliosa in ambito professionale?
«Beh, il progetto Nona Sinfonia, con la musica tra i filari. E aver portato avanti la parte commerciale con più iniziative all’interno del vigneto per rendere il vino accessibile a tutti». —
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