«Sono Marianna, ora vivo in Bulgaria»

Spunta un nuovo profilo Facebook: lo ha aperto la ragazza sparita da un anno o è opera di un impostore? Cresce l’angoscia
Di Rubina Bon

PAESE. Sumen è un città della Bulgaria di quasi centomila abitanti, in pieno sviluppo industriale, a un centinaio di chilometri dal Mar Nero. Una città dove una ragazza di 19 anni che conosce la lingua potrebbe provare a ricostruirsi una vita, trovando un lavoro in una delle tante aziende manifatturiere e pagarsi così un alloggio. Sostiene di essere di Sumen la persona che, nei giorni scorsi, ha aperto un profilo su Facebook con il nome di Marianna Cendron. Mary a Sumen c’era nata. Un colpo di scena nel giallo di Paese che da 450 giorni tiene tutti col fiato sospeso, tutti a sperare che Mary sia viva, che stia bene ovunque sia.

Le due ipotesi. Si tratta davvero della giovane cuoca di Paese, adottata dai coniugi Emilia e Pierfrancesco Cendron quando era una bambina e scomparsa dal 27 febbraio 2013, o si tratta di un impostore? Nella prima ipotesi, cioè se fosse davvero lei, troverebbe credito la tesi sostenuta dagli inquirenti, cioè che la ragazza sia stata in grado di pianificare la fuga verso la Bulgaria, sua terra natale, con una lucida premeditazione, tagliando volontariamente i ponti con la famiglia adottiva e con la vita che si era costruita tra Paese, dove aveva vissuto prima con i genitori e poi a casa del vicino Renzo Curtolo, e Castelfranco, dove aveva studiato all’alberghiero Maffioli e dove poi aveva lavorato. Mary potrebbe essere tornata in Bulgaria, suo Paese mnatale, facendosi dare un passaggio da uno dei tanti camionisti dell'Est che fanno la spola con la Marca e il Veneto, con cui potrebbe aver avuto appuntamento al parcheggio de “I Giardini del Sole” di Castelfranco. Proprio in via dei Carpani, a ridosso dell’iper castellano, c’è l’ultima cella agganciata da uno dei cellulari di Mary, la notte della scomparsa. Su un camion la ragazza potrebbe aver agevolmente caricato anche la sua bicicletta bianca con il cestino con cui si muoveva a Castelfranco, che non è mai stata trovata. In questo caso dunque si tratterebbe di un allontanamento volontario, non di quel temuto sequestro di persona per il quale la Procura di Treviso aveva aperto un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli. Nella seconda ipotesi, ossia che dietro al profilo non ci sia Marianna ma un impostore, ci troveremmo di fronte all'ennesimo sciacallo che specula su questa vicenda. Una persona senza scrupoli, disposta ad attribuirsi una falsa identità pur di suscitare forti emozioni e false speranze in coloro che da mesi sono in pena per la ragazza. Già nelle settimane successive alla scomparsa dell’allora diciottenne era stato aperto il gruppo Facebook “Ritroviamo Marianna Cendron”: doveva essere uno spazio virtuale dove raccogliere segnalazioni sulla ragazza, si era ben presto trasformato in una lunga serie di immagini raccapriccianti e frasi che offendevano la dignità della giovane. I coniugi Cendron erano rimasti shoccati dai contenuti del gruppo che aveva oltre 200 iscritti, varie segnalazioni erano arrivate ai gestori del social network e da parte di un ventiquattrenne era scattato un esposto alle forze dell’ordine. A giugno 2013, la polizia postale aveva chiuso “Ritroviamo Marianna Cendron”.

Il primo profilo. Questa volta, invece, sembra diverso. Se il profilo è vero, vuol dire che Mary è viva, ovunque si trovi. In Bulgaria, forse, vista l’indicazione della città natale. O forse no. Peraltro Facebook è, sin dall’inizio di questo giallo, uno dei nodi principali. Proprio sul profilo che la ragazza aveva aperto ben prima della sparizione e su cui caricava pensieri, foto e quant’altro come buona parte dei suoi coetanei, il 28 gennaio 2013, dunque un mese prima di far perdere le proprie tracce, aveva lasciato un messaggio, per molti un segnale del malessere interiore vissuto: «Ciao a tutti, se non entrerò più su Facebook sarà perché non ho la possibilità di usare il computer. Un caro saluto a tutte le persone che conosco e che non vedrò più. Mi dispiace, ma le cose di complicano per me». Un mese più tardi un’amica aveva scritto a Marianna sul social network: «Ti ho visto con zaini addosso, meglio evitare i dettagli qui. Appena puoi fammi sapere come stanno andando le cose, ti penso spesso amica d’infanzia, un bacione». Con la sparizione, la giovane cuoca non aveva più scritto nulla sul suo profilo Facebook, e solo pochissimi amici le avevano lasciato messaggi, anche solo per pregarla di dare sue notizie. Ai primi di luglio 2013, la pagina di Mary sul social network era misteriosamente sparita. Chi ha chiuso il profilo Facebook doveva avere la password. O era stata la ragazza in persona, o qualcuno con cui si era confidata. Ciò che è certo è che il profilo non era stato cancellato su richiesta degli inquirenti. Improbabile anche una chiusura decisa direttamente dai gestori negli Usa. Convinti che Facebook potesse aiutare a risolvere il giallo, i carabinieri avevano chiesto agli amministratori del social network ideato da Mark Zuckerberg delucidazioni sulla misteriosa scomparsa del profilo. Ma dagli States era arrivata una risposta quanto mai evasiva. C’era stata una nuova richiesta in primavera, ma ancora silenzio. I genitori avevano nel frattempo anche presentato un esposto in Procura per chiedere che si indagasse su chi ha chiuso la pagina.

I dubbi sulla foto. Dopo dieci mesi di assoluto silenzio sul social network, il nome di Marianna torna dunque a circolare su Facebook. È sufficiente scrivere “Marianna Cendron” sul motore di ricerca di Facebook perché appaia il nome di Mary. La foto del profilo è l’ultima che i genitori hanno diffuso la scorsa estate e risale all’ottobre del 2012. Uno scatto pubblicato dai media e facilmente reperibile con un click sul web. Si tratta di un profilo che, dalla data di apertura un mese fa, appare pressoché inutilizzato: la bacheca, oltre alla foto di copertina, è vuota. Nessun amico è stato accettato. Come potrebbe essere letto questo dato? Non è da escludere che, se è stata Marianna, il fatto di non aver concesso l’amicizia ad alcuno sia sinonimo di una certa riservatezza che la ragazza vuole mantenere, pur essendo tornata in Rete con un profilo pubblico. La giovane cuoca, insomma, potrebbe aver voluto dare un segnale dopo mesi e mesi di silenzio. Scarnissime le informazioni (che possono essere inserite dall’utente senza alcun filtro) che in qualche modo rimandano però a Marianna.

Sumen e Varna. Alla voce “città natale”, sul nuovo profilo Facebook, è riportata Sumen, in Bulgaria: è la città dove è nata Mary e dista 90 chilometri da Varna, dov’era nato il fratello minore Giorgio, poi lasciati dalla madre naturale in un orfanotrofio a Sofia. Va detto che, raggiunta dagli inquirenti italiani a luglio 2013, la madre naturale di Marianna aveva negato di aver mai incontrato la ragazza dopo la procedura di adozione, tanto meno in tempi recenti. Ciò che è certo è che nei prossimi giorni il profilo con il nome “Marianna Cendron” finirà all’attenzione degli investigatori, e in particolare della polizia postale. Sarà fondamentale capire se è il frutto dell’azione di un impostore o se dietro quella foto e quel profilo ridotto al minimo si nasconde davvero la giovane Marianna che, dopo quindici mesi da quella fredda sera di fine febbraio dello scorso anno, ha rotto, almeno virtualmente, quel silenzio che sta logorando la sua famiglia.

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