Simone, vita da camionista e grandi sogni

SAN FIOR. «Il camion era la sua passione, ha sempre fatto questo lavoro. Non mi rendo ancora conto, non posso credere che stasera non tornerà più a casa». Nonna Caterina è sconvolta, così come gli altri familiari. Mamma Nerella e papà Maurizio, accompagnati dal titolare della Ecogeo, Cristiano Rachello, ieri si sono recati in ospedale per il riconoscimento della salma. Il 23enne lascia anche il fratello gemello Cristian, a cui era legatissimo. Simone ieri all'alba, come ogni mattina, era partito dalla sua casa in via Livenza, a Castello Roganzuolo, per recarsi nella sede della Ecogeo, in zona Campidui a Conegliano. Lì è salito sul suo mezzo e, imboccata l'autostrada, ha iniziato il suo turno lavorativo. «La sera eravamo qui a bere un tè tutti insieme, ha detto alla mamma di svegliarlo verso le 6», dice la nonna, «alcune volte si alzava anche alle 4 del mattino per andare a lavorare. Aveva cambiato alcune ditte, ma ora si trovava bene e il lavoro gli piaceva». Da circa tre anni era dipendente dell'impresa di spurghi di Conegliano. Dopo aver terminato le scuole dell'obbligo, Simone aveva iniziato a lavorare e a 18 anni ha conseguito la patente per guidare i camion. Tanti amici ieri pomeriggio hanno espresso il cordoglio ai familiari. Simone era un ragazzo sorridente e di compagnia, amava fare festa. Un legame particolare lo teneva legato con il fratello gemello, che per lavoro è emigrato in Inghilterra dove fa il barista. «Simone e Cristian erano molto uniti, a Pasqua era andato a trovarlo a Londra», racconta nonna Caterina. Una foto insieme davanti al Tower Bridge, scattata a Pasqua, li ritrae per l'ultima volta felici insieme. Fare l'autista invece rappresentavano lavoro e passione di Simone, che due mesi fa aveva postato sul suo profilo una foto di tir incidentato, con una storia emblematica. “Un camionista muore in un incidente”, racconta la vicenda, “un bambino chiede al proprio padre: «Chi era il signore che è morto?» «Un camionista è una persona che dorme molto meno degli altri, che alcune volte soffre il freddo, il caldo, la fame, passa tra piogge, tra tempeste, non ha ferie, Natale, Capodanno e nei momenti più importanti non è mai a casa. Ma quando sale al volante del suo camion, quello che fa lo fa con amore. Senza pensare che può avere un incidente, senza pensare che passeranno settimane finchè arriverà a casa, o che non potrà mai tornare in vita a casa».
Diego Bortolotto
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