Silea, novemila firme per salvare il Cimitero dei Burci

Sono state consegnate ai presidente Zaia (Regione) e Pizzolon (Parco Fiume Sile). La proposta: restauriamo sul posto le vecchie imbarcazioni oppure conserviamole in un museo dedicato alla storia del Sile

Andrea Dossi
Il cimitero dei burci
Il cimitero dei burci

Quasi 9 mila firme per salvare il Cimitero dei Burci. Il sito archeologico, costituito dai relitti di antiche imbarcazioni fluviali che giacciono lungo il corso del Sile, tra i comuni di Silea e Casier, è in sempre più rapido deterioramento.

Da qui è nata una petizione online che chiede un intervento urgente che ha raccolto un sostegno di 8.844 firme, consegnate sabato 11 gennaio al presidente della Regione Luca Zaia e al presidente del Parco Regionale del Fiume Sile Arturo Pizzolon.

A promuovere l'iniziativa è Gigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso, che ha lanciato una petizione su Change.org dal titolo "Salviamo il 'cimitero dei burci' lungo il corso del Sile" (qui il link).

 La proposta

La petizione propone due possibili azioni: interventi di conservazione "in loco" per rallentare il deterioramento causato dagli agenti atmosferici e dall'acqua, oppure il recupero di alcuni relitti per sottoporli a restauro ed esporli in un museo dedicato alla storia del Sile e delle comunità che lo hanno vissuto.

Ora, forte del sostegno di quasi 9.000 cittadini, Calesso auspica che le istituzioni prendano seriamente in considerazione la richiesta, avviando un percorso per la salvaguardia del “cimitero dei burci”.

Firme e commenti

Insieme alle migliaia di firme, Calesso ha inviato ai presidenti anche una selezione di commenti lasciati dai firmatari: "È un luogo storico, di inestimabile bellezza", "Ritengo che la storia debba essere conservata ad ogni costo", "È un peccato lasciare morire così queste imbarcazioni che hanno fatto la storia", questi sono solo alcuni esempi a cui si uniscono le parole che esprimono la preoccupazione per la perdita di pezzi di storia: "Fa parte di testimonianze culturali del fiume e la vita intorno ad esso", "È un documento della nostra storia". Un patrimonio che, per i firmatari, rischia di essere dimenticato: "Sono la nostra storia. E la storia è da ricordare, non da dimenticare come molti attualmente vorrebbero!".

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