Per combattere gli allagamenti a Silea torna il progetto di 12 anni fa
La decisione dopo l’esondazione del Melma di settembre e i danni alle abitazioni. Si riprendere in mano lo studio del 2013 sul nodo idraulico di Via Tezze e Posta
Dopo l’esondazione del Melma a Silea dello scorso settembre, quando case e esercizi commerciali sono stati allagati dalla piena del fiume che non riusciva più a scaricare nel Sile gonfio d’acqua, il Comune di Silea ha fatto la voce grossa con il Genio Civile - minacciando anche causa - ed ha dovuto fare la conta dei danni.
Ma il pressing sugli enti pubblici ad oggi non pare aver sortito effetti, e l’amministrazione ha deciso di fare da sé riprendendo in mano lo studio idraulico redatto nel 2013, dopo che un’altra ondata di maltempo aveva mandato sott’acqua la stessa parte del territorio sommersa quattro mesi fa.
«Il 23 e 24 settembre 2024 si sono verificati l'esondazione del Fiume Melma e vari problemi nella rete di raccolta delle acque piovane del centro di Silea», mette nero su bianco l’amministrazione, sottolineando come l’area danneggiata compresa tra via Roma, via Poste, via Tezze, sia stata la stessa che patì la piena del Melma di 12 anni fa, quella a seguito della quale l’amministrazione diede mandato di definire uno studio di protezione idraulica del territorio.
Il progetto venne affidato allo studio o ID&A Ingegneria, ed a seguito degli approfondimenti la giunta deliberà una serie di interventi di salvaguardia che il maltempo dello scorso autunno ha dimostrato insufficienti.
Dovevano essere più incisivi, o è cambiato il contesto? E quanto incide sulla vulnerabilità del territorio di Silea la gestione dei livelli del Sile su cui il Genio civile ha un ruolo fondamentale?
A rispondere a queste domande è stato chiamato lo stesso studio che fece il progetto anni fa, a cui è stato dato il compito di attualizzare le considerazione e i rilievi fatti in passato anche alla luce degli ultimi avvenimenti, nella speranza di trovare una verità scientifica e tecnica che indichi una strada da seguire. Andranno presi in considerazione sia la confluenza tra Melma e Sile, sia il ponte di via Roma, sia la capacità e portata del letto del fiume nel punto in cui attraversa il cuore del Comune, anche per valutare semmai la realizzazione di una eventuale vasca di sfogo più a nord dell’abitato.
Non ci sono molte possibilità, ma il Comune di Silea deve sondarle tutte per non rischiare di ritrovarsi nella stessa identica situazione dello scorso settembre (e di 12 anni fa), alla prossima emergenza maltempo, e capire come intavolare il confronto con il Genio, se possibile.
Lo studio potrebbe trovare un ostacolo difficile sa sopportare nella riqualificazione della Chiari e Forti, ferma da anni, e potenzialmente utile a ripensare lo sfogo del Melma sul Sile.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso