Siccità, Ponte prega la santa della pioggia

Il prete espone in chiesa le reliquie di S.Emiliana e garantisce: «Ci ha già ascoltato e se serve la porteremo in processione»

PONTE DI PIAVE. Dopo molti decenni l’urna contenente i resti di Sant’Emiliana è stata, in questi giorni, esposta al pubblico e, quindi, alla venerazione dei fedeli in particolare degli agricoltori che aspettano, come una manna, la tanto sospirata pioggia.

La decisione è stata presa da don Paolo Bano, da un paio d’anni apprezzato parroco di Ponte di Piave.

«Sant’Emiliana», spiega il sacerdote, «per secoli è stata considerata e venerata dal popolo di Ponte di Piave come la santa dell’acqua e della pioggia. E, quindi, mi è sembrato giusto invocare il suo aiuto in un’estate torrida e siccitosa come quella di quest’anno».

Non è una novità: dal 1600 in poi, fino all’inizio del novecento, i parroci che hanno preceduto don Paolo hanno compiuto lo stesso atto di fede. Anzi, in alcuni casi, il sacerdote non si limitava a esporre le reliquie della santa sopra uno degli altari della chiesa, ma le portava in processione per le vie del paese, seguito da centinaia e centinaia di fedeli che pregavano e cantavano.

«Nei prossimi anni in caso di siccità gravi», aggiunge l’attuale parroco, «ripristinerò anche questa tradizione e non si sa mai che le nostre preghiere possano essere effettivamente esaudite. Intanto, una decina di giorni fa, appena esposta l’urna, è caduta sulle nostre campagne una ventina di millimetri di pioggia. Potrà anche essere stata una semplice combinazione, ma per chi ha fede, come il sottoscritto, anche un piccolo temporale estivo può assumere tutto un altro significato».

Esiste anche un’apposita preghiera che almeno gli agricoltori pontepiavensi dovrebbero conoscere “Donaci, o Signore, per l’intercessione di Santa Emiliana Vergine e Martire, di godere la salute del corpo, il refrigerio dell’acqua e piogge abbondanti ad irrigare la terra e le nostre campagne».

Allo stato purtroppo, a causa delle altissime temperature e della scarsità delle piogge, gran parte del mais dei territori del comune di Ponte di Piave e del circondario è ormai compromesso essendosi seccata l’apparato radicale, ma un bel temporale sarebbe assolutamente utile per la soia e soprattutto per i vigneti che sono ancora molto belli.

E i parrocchiani come hanno reagito all’iniziativa di don Paolo Bano? «Sono stati molti anziani», risponde il sacerdote, «a chiedermi di ripristinare questa antica tradizione e mi hanno riferito che dopo l’invocazione di Sant’Emiliana la pioggia è quasi sempre arrivata. Questa primavera ho ripristinato anche la tradizione delle tre rogazioni che si teneva prima della festa dell’Ascensione. In quest’occasione abbiamo pregato per il paese di Ponte di Piave, per la nostra campagna e naturalmente per l’abbondanza dell’acqua».

Don Paolo ritiene di essere stato spinto a queste molteplici iniziative anche dalla nuova enciclica di papa Francesco che è ispirata alla bellezza della terra, del creato e all’ambiente in generale.

«L’acqua e le piogge», conclude don Paolo, «sono la linfa per le campagne e per gli animali che le popolano. Noi dobbiamo sempre di più rispettare la natura e al bisogno possiamo contare anche sulla nostra santa Emiliana e se l’acqua è il nutrimento della terra la fede lo è per l’anima».

Le reliquie sono esposte, i fedeli pregano e, intanto, guardano in su, sperando che il cielo si rannuvoli e regali nei prossimi giorni ai campi, ai vigneti e anche agli orti l’agognata pioggia.

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