«Si fuma lo stipendio» Fanno arrestare il pusher

di Massimo Guerretta
CORNUDA
Le colleghe non esageravano: «Smettila, ti stai fumando lo stipendio». E così era: i soldi che guadagnava venivano investiti costantemente in hashish o marijuana. Un vizio pericolosissimo, oltre che illegale, che si stava trasformando in una dipendenza tale da metterlo sul lastrico. Un 46enne di Cornuda, operaio in una fabbrica di abbigliamento della zona, è stato salvato dalle colleghe di lavoro. Lo vedevano sempre stanco, provato dalla droga. E sapevano che il suo conto in banca ormai era in rosso. Il suo stipendio finiva quasi interamente nelle mani degli spacciatori. Così hanno preso il coraggio a due mani e si sono presentate in caserma. Hanno raccontato il suo caso, chiesto aiuto per fermarlo. Non c’erano più alternative. L’uomo, celibe, investiva tutti i suoi averi nell'hashish: acquisti sempre più frequenti che lo avevano addirittura costretto ad indebitarsi con uno degli spacciatori. I carabinieri hanno quindi dato avvio alle indagini, appurando che l’operaio era un consumatore abituale. Per fermare lui e i suoi taglieggiatori era indispensabile scoprire il traffico durante lo spaccio. Così i militari dell’Arma hanno teso una trappola al pusher, un 36enne magrebino, Mohamed Laghlimi, che ha incontrato l'operaio mercoledì in un bar della zona, appena dopo pranzo. Doveva consegnargli 5 grammi di hashish per ricevere in cambio 100 euro: un prezzo esorbitante che era probabilmente anche il pagamento di un debito che il cornudese aveva contratto con lui. Quando è scattato il momento della consegna i carabinieri sono intervenuti. A nulla sono serviti i tentativi dei due di minimizzare i fatti: il marocchino è stato arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, e si trova attualmente agli arresti nel carcere di Santa Bona. Per l’operaio di Cornuda, invece, è scattata la denuncia e la segnalazione in prefettura come consumatore di droghe leggere. Per le colleghe questo era l’unico sistema per evitare che l’uomo continuasse a disperdere i propri guadagni e ad assicurare alla giustizia il pusher che gli chiedeva con insistenza sempre più denaro ogni volta che si incontravano. La loro frequentazione era cominciata qualche tempo fa, poi lo straniero era diventato il suo pusher di fiducia, in grado di procurargli la droga in fretta. Questa la ricostruzione delle forze dell’ordine, che ora stanno indagando sia su eventuali altri spacciatori in contatto con l’operaio di Cornuda, sia sull’attività del magrebino. Per le colleghe del 45enne, intanto, è un sospiro di sollievo: almeno così sono riuscite a evitare che l’amico spendesse gli ultimi risparmi.
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