Si finge un altro per aprire il conto corrente: condannato

CASTELFRANCO. A incastrarlo è stata la fretta di aprire subito un conto corrente. La sua insistenza ha fatto nascere dei dubbi ai funzionari della banca sulla vera identità e sulle vere intenzioni...

CASTELFRANCO. A incastrarlo è stata la fretta di aprire subito un conto corrente. La sua insistenza ha fatto nascere dei dubbi ai funzionari della banca sulla vera identità e sulle vere intenzioni di Giuseppe Campanile, 33 anni, residente a Giugliano in provincia di Napoli, arrestato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Castelfranco per tentata truffa, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti falsi. Campanile si era presentato mercoledì nella sede della banca Friuladria di piazza Giorgione per aprire un conto corrente. Una procedura semplice che richiede i suoi tempi e pertanto era stato invitato a tornare nel pomeriggio. Il trentatreenne aveva già consegnato i suoi documenti, carta d’identità e tesserino sanitario/fiscale, con la sua foto ma intestati a tal Giuseppe Abate, residente ad Altivole, nome con il quale si era presentato. Di fronte al fatto di dover tornare ha cominciato ad accampare scuse sul fatto di aver immediatamente bisogno di aprire il conto. I funzionari insospettiti hanno avvisato i carabinieri. E questi hanno ben presto capito di trovarsi davanti a un tentativo di truffa. Sebbene imitati alla perfezione, quei documenti erano falsi: ad Altivole non esisteva nessun Giuseppe Abate, anche se i dati – residenza a parte – corrispondevano a una persona realmente esistente, che in passato aveva denunciato il furto dei suoi dati personali. Campanile è stato sottoposto a perquisizione e alla fine sono saltati fuori i documenti, quelli veri. E sono scattate le manette. Il giovane partenopeo è risultato incensurato e sperava che ciò giocasse a suo favore di fronte al giudice. Non è stato così. È stato già condannato a sette mesi di obbligo quotidiano di firma nel comune in cui risulta residente. In considerazione dei documenti così perfettamente duplicati, si ipotizza che il giovane faccia parte di una delle organizzazioni molto attive nel truffare le banche. Dopo aver aperto un conto a nome di una persona inesistente con una piccola somma, cominciano a operare prelievi o a cambiare assegni con valuta tale da non destare sospetti. Ma si tratta di assegni rubati o falsi. (d.n.)

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