Si diede fuoco per protesta fuori da un kebab di Oderzo, muore dopo 4 mesi di agonia
Non ce l’ha fatta il pakistano Nadeem Faraz, 37enne provato dalla pandemia e dalle tante restrizioni che ne avevano limitato il lavoro. Il suo legale: «Vittima della burocrazia»

ODERZO. E’ morto dopo quattro mesi di agonia Nadeem Faraz, il 37enne pakistano che ad inizio febbraio, dopo l’ennesima multa notificatagli dai militari dell’Arma, legata al fatto che stava lavorando senza Green pass, decise di darsi fuoco con una bottiglietta di benzina, in centro a Oderzo. «Non ne posso più di voi e delle vostre multe», disse ai carabinieri prima di darsi fuoco.
Il pakistano fu salvato dagli stessi commercianti del centro opitergino e dai carabinieri che con coperte ed estintore spensero le fiamme che avvolsero quasi l’80 per cento del corpo. Da quella sera, era il 5 febbraio, è iniziata l’agonia del 37enne pakistano. Inizialmente fu ricoverato all’ospedale di Oderzo e poi fu trasferito al Centro Grandi Ustioni di Verona.
«Purtroppo – dice il suo legale, l’avvocato Katia Meda – l’aspettativa di vita non era lunga. Troppo gravi le ferite al torace e al volto. Nadeem è stata una persona sfortunata ed è stato anche vittima delle maglie burocratiche. Per lui ci voleva più comprensione».
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