Sereni Orizzonti, Marca sempre nel mirino Così erano falliti gli assalti ad Arep e Gris

Adesso la Sereni Orizzonti, nella Marca, gestisce solo la casa di riposo San Giuseppe a Follina. Ma in passato il colosso udinese – prima realtà in Veneto tra le private, dove gestisce in pratica un quarto delle strutture non pubbliche – aveva cercato di rilevare sia l’Arep di Villorba, che il Gris di Mogliano. Due pilastri dell’assistenza ai disabili, due riferimenti che vanno ben oltre il veneto. Ma senza successo.
E c’è chi giura che anche recentemente la società friulana – decapitata dagli arresti della Guardia di Finanza di Udine, che ipotizza una truffa di 10 milioni di euro alle Regioni Friuli, Veneto, Lombardia e Piemonte ed ha arrestato otto persone – avesse provato ad espandersi, sia nella Marca che in Veneto, mettendo gli occhi su altre strutture per anziani e del sociale.
Indiscrezioni che se confermate darebbero solo l’ennesima conferma della grande partita in atto sul welfare e sull’assistenza agli anziani nella nostra regione, dove si danno battaglia fondi, colossi stranieri e appunto le prima realtà italiane, come la Sereni Orizzonti (oltre 85 strutture in 8 regioni). È l’ultima è la più avanzata, non solo anagraficamente, frontiera del business.
All’Arep, fra 2014 e 2015, Sereni Orizzonti aveva anche opzionato il ramo sanitario, ed era nata anche una società, «Arep riabilitazione e sanità», che faceva riferimento Simone Bressan, braccio destro del patron Blasoni, con l’80 per cento del capitale in mano ai friulani e il 20% delle quote in mano all’Arep.
Ma visti anche i precedenti giudiziari di Blasoni – un patteggiamento nel 1999 per bancarotta – e la non specializzazione della società nel ramo della disabilità, erano insorti famiglie e disabili e volontariato. E pure la famiglia Benetton , che aveva fondato il centro di Villorba, aveva voluto impedire che si realizzare l’accordo di massima, con tanto di contratto preliminare .
E alla fine l’assemblea aveva scelto – primi mesi del 2015 – l’offerta della cooperativa patavina Codess. E pensare che Sereni Orizzonti era favoritissima, sostenuta politicamente dall’area di Forza Italia. Una fase delicatissima, allora, quella fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Si era fatta avanti anche la coop trevigiana Girasole, ed era sfumata l’opzione pubblica, pure valutata dall’Usl 9 con l’incorporazione nell’Oras di Motta, accantonata per ragioni economico- finanziarie.
E il Gris? C’era stato persino un sopralluogo, da parte dei vertici di Sereni Orizzonti, per acquisire l’istituto moglianese. E questo poche settimane dopo la “sconfitta” a Villorba. E il colosso udinese aveva poi proceduto nell’operazione, in vista di un’offerta al Comune, legata al piano di valorizzazione e di sviluppo che avrebbe dovuto risolvere la situazione di grave indebitamento del Gris (all’epoca si parlava di 25 milioni di passivo). Non solo: sembrava potesse venir coinvolta nell’operazione anche la Selene di Campocroce, struttura che presentava servizio di assistenza per il recupero dei tossicodipendenti.
Ma poi quella che aveva assunto i contorni di un’Opa sociale-territoriale nel bacino di Mogliano era anch’essa caduta. Anche in quel caso si era parlato di una forte sponda politica con Forza Italia. Remo Sernagiotto, fino al 2014 assessore al Welfare delle Regione ed eletto alle europee a Bruxelles, aveva però sempre smentito, replicando duramente a chi lo aveva accusato di aprire la strada al gruppo friulano.
Intanto prende posizione Roberto Volpe, presidente dell’Uripa, l’associazione delle Ipab venete: «Non conosco i dettagli dell’inchiesta, ma certo siamo di fronte ad accuse pesantissime, che se provate dicono di condotte semplicemente inammissibili e inaccettabili, tanto più quandosi parla di assistenza agli anziani», dice, «il nostro settore deve ora trasformare questa pagine giudiziaria in risorsa, e fare in modo che ognuno nel suo ruolo lavori ancor meglio per impedire ed evitare ogni violazione ai contratti, agli standard, alla qualità del servizio. Giustissimi e sacrosanti i controlli e le verifiche, e che siano serrai: ma vorrei che dopo l’indignazione l’attenzione non scemasse», —
Andrea Passerini
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