«Senza Gigetto, Miane sarebbe sconosciuta»

MIANE. Una lunga storia, cominciata nel 1967. Forse nemmeno lui, Luigi Bortolin in arte "Gigetto", cinquant’anni fa avrebbe pensato ad un’attività così longeva, e che oggi non mostra per niente i segni del tempo che passa, anzi, guarda dritta al futuro. Lunedì sera al Brolo c’erano davvero tutti a celebrare ed elogiare un commosso Gigetto. Attorno al grande festeggiato in sala la moglie Elda, i figli Marco e Monica, amici di lunga data, collaboratori, lo staff, il sindaco di Miane Angela Colmellere ed anche il governatore della Regione Veneto Luca Zaia. Una storia affascinante condita nel corso degli anni da una "Stella Michelin" e con il vanto di aver potuto servire ai propri tavoli persone del calibro di Moravia, Sordi, Pavarotti, tanto per citarne una piccola parte. Insomma, un pezzo di storia di Miane e d’Italia. «Un orgoglio per tutti i mianesi - ha riconosciuto il sindaco Colmellere rivolgendosi a Gigetto - sono attività come la vostra che rendono fieri gli abitanti del nostro paese e che lo fanno crescere». Dopodiché il microfono è passato in mano al governatore Luca Zaia che, esordendo con una battuta («Chissà quante tasse avrà pagato in 50 anni!») ha voluto omaggiare Bortolin con una targa ed una bandiera del Veneto. «Diciamolo chiaramente, se non ci fosse Gigetto Miane sarebbe probabilmente sconosciuta - ha proseguito poi Zaia - con questa affermazione voglio solo sottolineare il grande lavoro che ha svolto un ristoratore come Gigetto nei confronti del territorio, diventandone simbolo e promotore turistico per tutto il Veneto. Qui - ha concluso Zaia - si assaporano piatti della nostra tradizione, con prodotti del nostro territorio a difesa e valorizzazione dell'identità veneta. Non posso che augurargli altri 50 anni così». Prima dell'immancabile buffet sono state consegnate a "Gigetto", dal sindaco Colmellere, una pergamenta celebrativa ed una scultura dell'artista del ferro locale Valentino Moro. E poi è stata festa per tutti, con l’augurio di altri cinquanta e poi cinquanta ancora di questi anni.
Riccardo Mazzero
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