«Se la villa Liberty resterà è merito nostro e della gente»

Il Pd attacca Conte: «Prima liquidava tutto. Poi, vista l’aria, ha cambiato linea» E Malvestio lancia l’idea: «Va mantenuta e trasformata in una vetrina»

Altro che meriti del Comune di Treviso, piani di tutela a parole o altro: il sindaco Conte sulla villa Liberty di Fiera «è stato il primo a ingenerare confusione sul progetto e liquidarlo come “accordo di natura privatistica”. Ha cambiato bandiera ergendosi a difensore del palazzo solo quando ha capito che aria tirava fuori».

Dopo le accuse incassare via social dal sindaco – che sulla sua pagina facebook ha liquidato le polemiche mosse dall’opposizione sul caso della villa come infondate, «commenti a caso», «disinformati» – il Pd va al contrattacco.

«I meriti? non suoi»

«È merito del Piano degli Interventi del 2018 aver posto la Casa dell’Americano con una invariante culturale, come si vede dal documento facente parte del P.I.» incalza il capogruppo del Pd Stefano Pelloni, «anche a questo prontuario si è ispirata la Regione per il Piano Territoriale Regionale del giugno 2020, che contiene anche l’elenco delle architetture del 900 che i Comuni dovranno porre sotto tutela, tra cui la Casa dell’Americano. Il sindaco e l’assessore annunciano ora nuove tutele? Non stanno facendo niente di più che applicare la normativa regionale. Se Conte vuole fare qualcosa di più, lanci un censimento degli immobili di pregio per bloccare futuri progetti stravolgenti».

«bene la protesta popolare»

«Bene hanno fatto i cittadini a indignarsi in merito al progetto di abbattimento di Casa dell’Americano, perché così facendo sono riusciti a scongiurarne la demolizione» prosegue il Pd, cui fa eco anche Gigi Calesso di Coalizione Civica, che si era fin da subito schierata contro l’intervento edilizio a Fiera: «Mi pare evidente che ci fosse, se non un progetto definito e depositato in Comune, qualcosa di più che una semplice ipotesi di abbattimento della Casa dell’Americano per costruire al suo posto, grazie al Piano Casa della Regione, un congruo numero di appartamenti. Non si spiegano altrimenti gli annunci di vendita (in foto a lato) delle unità abitative. Mi sembra altrettanto chiaro che la vera e propria “sollevazione” di cittadini e associazioni seguita alla denuncia della tribuna ha portato l’amministrazione cittadina a decidere di apporre sull’edificio dei vincoli».

progetto e controproposte

Il polverone sollevatosi sul caso non si è certo abbassato, né diradato. Anche il sindaco ha ammesso che l’immobile «non è vincolato», elemento che potrebbe metterlo a rischio qualora non bastasse il vincolo paesaggistico del P.I. e della Regione. Possibile che i tecnici si siano lanciati in un progetto senza la sicurezza di un paracadute? Buonsenso vorrebbe di sì, tenuto conto che si è dato avvio anche alle prenotazioni di vendita. Che succederà? Difficile a dirsi. Intanto a inserirsi nel dibattito è anche il noto immobiliarista Giancarlo Malvestio: «La villa Liberty di Fiera non ha nulla di straordinario, solo una certa eleganza stilistica. Ciò detto non va abbattuta ma svuotata, rifatta e ripensata. Credo che sarebbe perfetta come showroom o come sede di un’azienda che voglia visibilità. Il posto è strategico, La conformazione del palazzo si presta. Si vuole sfruttare la volumetria? Allora lo si può fare sul retro. Una casa lì? Direi di no».



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