Scuola Lepido Rocco A giudizio per truffa
Firme false ad un corso per non perdere il contributo regionale: rinviati a giudizio con le accuse di truffa il tutor del corso Valter Giacomini, il direttore del centro di formazione professionale Lepido Rocco Alberto Visentin ed il presidente della fondazione Lepido Rocco Roberto Zampieri. Amareggiato Zampieri, in Lepido Rocco con diversi incarichi da cinquant’anni: «Si tratta di una vicenda surreale. Non ho mai preso un euro dalla Lepido Rocco. Sono fiducioso che al processo le accuse cadranno». Il rinvio a giudizio. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare davanti al gip del tribunale di Treviso. Si è trattato di un’udienza filtro tra la fase delle indagini e il processo vero e proprio. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa ai danni dell’ente pubblico Regione che sarebbe consistita nel far apporre nel registro delle presenza ad alcuni studenti la propria firma anche in giorni in cui non sarebbero stati presenti al fine di non perdere il finanziamento regionale collegato a quegli studenti stessi. Si tratta di un contributo complessivamente pari a centomila euro per un corso in restauro che si era tenuto a Padova sette anni fa. La prima udienza del processo è stata fissata per il marzo del prossimo anno. Gli imputanti. Con ruoli diversi, i tre imputanti sono identificati quali responsabili dell’apposizione delle firme false. Palesemente deluso il presidente Roberto Zampieri, una vita all’interno della Lepido Rocco dapprima come revisore, poi come consigliere e negli ultimi quindici anni da presidente, incarico per il quale non ha mai percepito rimborsi spese nè indennità. «Mi è stata mossa l’accusa di mancata vigilanza sulla raccolta di firme di un corso di sette anni fa tenutosi a Padova», commenta Zampieri, «Avrei dovuto controllare l’apposizione di 1600 firme al giorno, cosa che è tra l’altro demandata ai docenti e ai tutor. Mi sembra davvero una vicenda surreale. Non ho mai tratto alcun vantaggio economico dal mio ruolo in Lepido Rocco e non avrei mai avuto alcun vantaggio a far incassare qualcosa in più alla scuola dato che si tratta di un ente che non ha scopo di lucro». L’avvocato Ludovica Bernardi, legale di Zampieri e Visentin, sottolinea: «Sono stati effettuati controlli per cinque anni di attività per circa 20milioni di euro di contributi incassati dalla scuola. La pretesa irregolarità è relativa ad un unico corso per un singolo contributo di centomila euro». Tra l’altro in tutti questi anni la Regione ha continuato ha finanziari i corsi organizzati dall’istituto. L’indagine. Tutto era partito da una segnalazione anonima giunta agli uffici regionali il 2 luglio 2013. La Regione aveva quindi proceduto a trasmettere la segnalazione anonima alla procura che nel 2014 aveva chiesto il sequestro della documentazione contabile dal 2008 in avanti in tutte le sedi del centro di formazione. C’è anche un precedente: una situazione molto simile si era verificata anche nel 2004 con il rinvio a giudizio di sei ex dirigenti della scuola per corsi fantasma. Il processo si concluse con lo stesso pubblico ministero che chiese l’assoluzione per tutti gli imputati. —
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