Scuola, insegnante licenziato "per incapacità"

A casa, licenziato, il professore che non è più in grado di insegnare. Il primo caso destinato a “fare scuola” nell’ambito dei contenziosi in ambito scolastico approda nella Marca all’istituto superiore Einaudi-Scarpa di Montebelluna, dove appena pochi mesi fa il preside reggente, Gianni Maddalon, ha completato il procedimento di dispensa dal servizio per un docente di ruolo. Al professore sarebbero state contestate, non mancanze disciplinari nello svolgimento del suo lavoro, piuttosto alcune «incapacità professionali» tali da chiamare direttamente in causa il preside per l’iter degli accertamenti. Fino a giungere al punto di dover mettere la parola fine allo stesso rapporto di lavoro.
Il caso che vede per la prima volta protagonista, non un docente precario rimasto “a piedi” (era già accaduto)per non aver superato l’anno di prova del tanto atteso posto fisso, ma un docente in cattedra e dunque già di ruolo, sembra così aprire una nuova pagina in merito ai licenziamenti del personale della scuola, almeno nella Marca.
Andando infatti a ritroso negli ultimi anni, i soli altri due casi di licenziamenti portati a termine nelle scuole trevigiane, con l’iter degli accertamenti dati in mano ai presidi, hanno visto coinvolti due addetti del personale amministrativo degli istituti comprensivi di Villorba-Povegliano e di Casale. Mai era capitato a un professore di ruolo, già in cattedra da tempo.
Ma quali sono i passi che ha compiuto il preside per sciogliere il contratto di lavoro di un insegnante dal posto fisso? «Il dirigente deve prima di tutto avviare la pratica per mettere bene a fuoco il problema», spiega Giuseppe Morgante, segretario della Uil scuola di Treviso. «Deve poi chiedere all’Ufficio scolastico regionale l’invio di un ispettore per verificare se quello che contesta al docente corrisponde a verità. Se al termine della verifica anche l’ispettore dice sì, alla fine del percorso il preside può licenziare». Ed è questo il caso che si è presentato all’Einaudi. Al docente spetterà avviare eventualmente il ricorso, ma è lo stesso contratto nazionale di lavoro a prevedere il licenziamento, con tutte le garanzie di tutela del caso. Ai presidi spetta l’ultima parola: «Un preside può sospendere un professore dal servizio per incapacità. Oppure per inidoneità all’insegnamento», puntualizza il sindacalista. «Anche per motivi di salute. In quest’ultimo caso, però, sarà interpellata una commissione medica e l’insegnante può essere destinato ad altri compiti all’interno della scuola. In provincia di Treviso ci sono ad oggi circa 50 casi di inabilità all’insegnamento dichiarata per patologie o dipendenze».
A far scattare i provvedimenti di licenziamento dei prof possono essere dunque tanto motivi disciplinari quanto l’inadeguatezza nello svolgimento del lavoro di docenza.
Il provveditore dell’Ufficio scolastico provinciale Giorgio Corà spiega a chi spetta sciogliere il contratto di lavoro: «In caso di licenziamento di carattere disciplinare l’ultima parola spetta al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Nel caso invece di scarso e protratto rendimento scolastico spetta al preside della scuola dispensare il docente dall’insegnamento». Resta pure nelle mani del dirigente scolastico il licenziamento di un professore che non riesce a superare l’anno di prova per accedere al posto di ruolo: «In questo caso un insegnante deve aver riportato almeno per due anni consecutivi il giudizio negativo del comitato di valutazione. Viene dispensato dal servizio per mancato passaggio al ruolo».
Il provvedimento di licenziamento “pioniere” portato a termine dal preside dell’Itis di Montebelluna potrebbe d’ora in avanti fare scuola fuori Treviso, con l’ondata di assunzioni in ruolo annunciate dall’avvento della “Buona scuola”, di Renzi: «È attesa l’immissione in ruolo di almeno 100 mila precari», conclude il provveditore. «Con l’aumento delle cattedre i casi di licenziamento sono destinati ad aumentare»..
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