Schianto di Altivole, la lettera d’amore del suo Francesco per l’addio a Federica

CAERANO. «Caro amore»: con queste parole è iniziato ieri il funerale di Federica Brollo, la ventenne morta venerdì all’alba nell’incidente di Altivole. Erano le parole di Francesco Zilio, il fidanzato. Le ha affidate a una lettera letta dall’arciprete di Caerano, don Paolo Zago. La bara, con sopra un cuscino di rose bianche, il costume da syncronette, una sciarpa con i colori della squadra master di syncro e le firme delle sue compagne di squadra era stata portata dagli amici davanti all’altare. E in apertura della funzione il sacerdote, in una chiesa gremitissima, ha letto la lettera di Francesco, il fidanzato che era al volante dell’auto in quella tragica mattina e che era in chiesa assieme ai genitori di Federica, Claudia e Adriano, e alla sorella Francesca.

Parole toccanti, che hanno ricordato la felicità di Federica quando le aveva fatto trovare un mazzo di rose rosse in macchina. «Sto attaccando le foto più belle di te, ma so che non basterà»: diceva ancora la lettera. E ancora: «Amore, eri bellissima, eri l’unica persona che riusciva a darmi coraggio». Una lettera chiusa con queste parole: «Ti amo amore mio, non ti scorderò mai».
Un ritratto della ragazza lo ha fatto nell’omelia anche don Paolo: «Federica era socievole, amichevole, in cerca sempre del positivo, nelle relazioni vedeva sempre più ciò che univa anziché ciò che divideva». Una vita stroncata a soli vent’anni. Al termine della funzione religiosa, al momento dei ricordi degli amici, sono risuonate le parole della canzone dei Nomadi “Per un’amica” e appena è risuonato quel primo verso “lunga e diritta correva la strada” un brivido ha scosso tutti.
C’era tutto il paese in chiesa, soprattutto tantissimi giovani, e da loro sono venuti altri ricordi. Come quello della cugina Sabrina: «Difficile dire cosa proviamo. In questi giorni non faccio altro che ricordare i momenti vissuti assieme. Sarai sempre con me, col tuo sorriso». Come quello delle compagne della squadra di syncro, per le quali lei era “Chicca” , che hanno ricordato i giorni in piscina, le canzoni in pullmino al ritorno da una gara, le risate, le docce infinite. Come quello degli amici dell’Università, che hanno ricordato come Federica fosse capace di entrare nei cuori.
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