Schiaffi e calci agli alunni Due anni e 6 mesi al maestro

Fernando Cadicamo dovrà risarcire con 5.000 euro le famiglie di 21 ragazzini Lui s’era difeso sostenendo di aver instaurato un clima goliardico con gli studenti
Filippi Treviso conferenza stampa questura
Filippi Treviso conferenza stampa questura



È stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, accogliendo così in toto le richieste della pubblica accusa, il maestro Ferdinando Cadicamo, 61 anni, per aver maltrattato gli alunni di alcune classi delle elementari “Primo Maggio” di Treviso. L’insegnante, originario della provincia di Cosenza, dovrà anche risarcire con 5.000 euro ciascuno dei 21 alunni i cui genitori si sono costituiti parte civile con gli avvocati Stefano Pietrobon e Cristina Cittolin.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Umberto Donà, nel tardo pomeriggio di ieri, in un’aula del tribunale di Treviso, dove erano presenti poco meno di una decina di genitori dei bimbi maltrattati che non hanno voluto mancare all’udienza finale. In aula non c’era, invece, il maestro Cadicamo, presente però all’udienza del 28 ottobre scorso, quando si era difeso parlando di “metodo educativo e clima goliardico instaurato con gli alunni” e aveva respinto l’accusa di maltrattamenti sottolineando di “non aver mai fatto nulla di male a nessuno”. Più volte aveva ripetuto in aula: «Non sono un insegnate violento». Una difesa che però non ha convinto il giudice Donà.

La pubblica accusa e i legali di parte civile hanno ripercorso le fasi salienti dell’indagine e delle testimonianze dei piccoli maltrattati. Hanno parlato di percosse sistematiche, di calci, schiaffi, strattonamenti e tirate d’orecchi. «Che si trattasse di una condotta continua e violenta - hanno detto - lo testimoniano le immagini della polizia dove si vedono i bambini chinare il capo e mettersi d’istinto le mani sulla testa non appena si avvicinava il maestro».

Il timore del la pubblica accusa e delle parti civili era quello di un’eventuale riqualificazione del reato di maltrattamenti in quello più lieve di abuso di mezzi di correzione. Lo stesso avvocato del maestro l’aveva chiesto, se non fosse stata accordata a Cadicamo l’assoluzione.

Del resto, il capo d’accusa nei confronti del maestro d’origine calabrese, che all’epoca, all’età di 54 anni, era appena passato di ruolo, era pesantissimo. Si parlava di percosse sistematiche, di alunni costretti ad uscire e a rimanere fuori dall’aula, di atteggiamenti costantemente intimidatori nei confronti di bambini di 6 o 7 anni, di urla e pugni sulla cattedra.

Ad incastrare il maestro calabrese sono state le immagini delle telecamere, piazzate di nascosto, dagli uomini della squadra mobile, quando iniziarono le indagini. Più che eloquenti quelle in cui si vedono i bambini proteggersi il viso con le mani e rannicchiarsi al passaggio tra i banchi del maestro.

Nel corso delle indagini sono stati contati circa 35 episodi di violenza del maestro sugli alunni. Subito dopo la sua denuncia, il maestro fu sospeso. E nel corso della sua arringa, l’avvocato di parte civile Stefano Pietrobon, non ha mancato di sottolineare il mancato filtro della pubblica amministrazione che avrebbe dovuto accorgersi dell’inadeguatezza del comportamento del maestro.

Al termine delle arringhe, il giudice Donà s’è ritirato in camera di consiglio. Un’ora più tardi la sentenza di condanna. Per il deposito delle motivazioni, il giudice s’è preso il termine di 90 giorni. —



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