«Schiacciati dalla pandemia ed esclusi da tutti i ristori»
la storia
Schiacciati dalla pandemia ed esclusi dai ristori. Alessandro Beduschi gestisce con la sorella Alessia la pensione per cani e gatti Fidolandia a Treviso, in via Sant’Angelo. Come tante altre categorie anche la sua ha fortemente risentito della crisi economica scatenata dal Covid. Lockdown, spostamenti limitati, vacanze annullate hanno fatto precipitare le domande di ospitalità. «Le persone non si sono più spostate e di conseguenza hanno tenuto gli animali a casa con loro» spiega Beduschi, che ha visto progressivamente calare il fatturato fino alla soglia dello zero. La pensione conta 46 box e attualmente accoglie solamente 5 cani, di cui due sono del proprietario e uno di un amico. «È chiaro che con questi numeri rischiamo la chiusura in tempi brevi». Il problema accomuna tutta la categoria. Il titolare di Fidolandia parla a nome di quelle attività serie, svolte nel pieno possesso dei requisiti fiscali e sanitari e non delle miriadi di strutture abusive che si nascondono dietro fantomatici asili non meglio precisati e pensioni casalinghe. Il mondo del pet si è espanso senza freni negli ultimi anni e non tutti seguono le regole, attuando una concorrenza sleale contro chi opera nel rispetto della legge. In provincia di Treviso le strutture ufficiali non arrivano alla decina. L’intero settore in Italia è allo stremo, escluso dai ristori nazionali ma anche da quelli regionali. Una situazione paradossale che ha spinto Beduschi a scrivere direttamente al governatore Luca Zaia e all’assessore di reparto Manuela Lanzarin per ottenere un qualche sostegno che possa dare speranza. «Con un 2020 così disastroso e un inizio 2021 altrettanto duro non riesco a vedere la fine del buio» aggiunge accorato Beduschi, che precisa come nel 2020 ci siano stati leggeri spiragli nel mese di agosto. Poi la situazione è precipitata a Natale e gennaio 2021 segna un calo del 95 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Di fronte alla drammaticità dei decessi provocati dal Covid, Alessandro Beduschi si dichiara consapevole che «le nostre lamentele passano giustamente in secondo piano». Eppure la situazione è gravissima: «Non vorremmo trovarci costretti a dover chiudere lasciando il mercato dei servizi di cura degli animali da compagnia completamente in mano alle strutture abusive». —
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